DILAURA VALDESI
Cronaca

Operatore maltratta anziani e disabili nella Rsa

Monteroni, divieto di avvicinamento disposto dal gip: avrebbe compiuto atti di violenza fisica e verbale. Inchiesta dei carabinieri

di Laura Valdesi

Doveva essere il loro angelo. Invece li rimproverava e alzava le mani. Uno scappellotto, magari. Un colpo al collo se non ubbidivano o erano poco reattivi alle indicazioni. Uno strattone. Umiliandoli. Facendoli sentire sottomessi nel luogo, la residenza sanitaria assistenziale di cui erano ospiti, chiamato a rendere meno difficile la vita di chi ha già davanti a sé ostacoli legati all’età e alla mobilità. I più indifesi, che vanno accuditi con affetto e compresi. Tanto più dopo una pandemia che ha rarefatto le visite dei loro cari, facendoli sentire soli e fragili.

Così prima con timore, poi con fiducia, gli ospiti della rsa di Monteroni d’Arbia vittime delle angherie di un operatore socio assistenziale della struttura, si sono aperti. Nei lunghi colloqui con i carabinieri della sezione operativa del Nor della Compagnia di Siena, comandata dal capitano Lucia D’Ilio, hanno raccontato. Spiegato come venivano trattati e minacciati. Gli atti di violenza fisica e verbale subiti. Una testimonianza dietro l’altra, raccolta dagli ospiti che magari facevano anche fatica a muoversi ma non mostravano difficoltà a ricordare, ed ecco che il puzzle si è composto. Restituendo il ritratto di un uomo, poco più che 40enne residente in Val d’Arbia, che non portava rispetto a nonnini, soggetti fragili e con varie forme di invalidità della Rsa. Sorta di aguzzino che senza valido motivo li picchiava e colpiva in varie parti del corpo, rimproverandoli. "Le indagini hanno fatto emergere un atteggiamento aggressivo dell’indagato, incline a tenere comportamenti violenti", confermano i carabinieri.

Si è aperto davanti a loro un mondo brutto e squallido, ricevuta la segnalazione dall’interno della struttura nel settembre scorso. Giunta alla stazione di Monteroni, che ha poi collaborato con i colleghi, parlava di comportamenti a dir poco inadeguati di un operatore socio assistenziale nei confronti di alcuni ospiti. Non c’era differenza fra uomini e donne, è stato appurato. I motivi della violenza? Futili, sostiene il pm Silvia Benetti che ha chiesto ed ottenuto dal gip Jacopo Rocchi una misura cautelare. Giovedì è stata eseguita dall’Arma: all’uomo è stato vietato di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle persone offese. Niente lavoro, dunque, esistendo il rischio concreto che potesse farlo di nuovo e che inquinasse le prove.

Anche se i carabinieri sono stati scrupolosi. Dovevano capire bene, perché magari un anziano si può graffiare o fare un livido semplicemente sbattendo. Hanno ascoltato una trentina di persone, sia operatori della Rsa che ospiti. Almeno una quindicina in grado di riferire circostanze e fatti precisi evidenziando il disvalore dei gesti del 40enne. Di più: l’inchiesta è stata supportata da attività di natura tecnica che hanno consentito di ricostruire il comportamento dell’indagato. Filmati, insomma, che raccontano più di tante parole. Numerosi gli episodi violenti emersi già dal marzo 2021, dunque ancora in piena pandemia. Quando invece serviva affetto e comprensione per chi doveva restare per forza lontano dai suoi cari per prevenire il contagio Covid. Potrebbero essere avvenuti anche prima fatti simili: si continua a scavare. "Dagli accertamenti esperiti – chiariscono gli investigatori – è stato accertato anche che l’uomo era stato già sottoposto in passato a provvedimenti disciplinari per comportamenti analoghi". Non è ancora stato fissato l’interrogatorio davanti al gip Rocchi: l’operatore potrà decidere di raccontare la sua verità oppure di tacere ed affidarsi per esempio a una memoria. Sui social, intanto, la notizia ha scatenato rabbia e sdegno: anziani e invalidi non si toccano.