di Laura Valdesi
Era stato denunciato nel 2021 quando, uscendo dall’abitazione del padre poi arrestato per spaccio, gli erano state trovate addosso alcune dosi di stupefacenti. Così erano nati i guai per un 36enne di Sinalunga, lavoro regolare e apparentemente irreprensibile in un settore peraltro delicato. Si erano accesi i riflettori della procura e dei carabinieri: avevano voluto vederci chiaro. L’uomo era uno dei sette sinalunghesi per cui il gip aveva disposto gli arresti domiciliari. Ma quando, prima delle 6, i militari avevano bussato alla sua porta, era spuntata la droga. Sequestrati 50 grammi di hashish e 35 di cocaina, insieme ad un bilancino e a materiale per il confezionamento. Così era finito in cella. Il 36enne si trova in carcere e, difeso dagli avvocati Andrea Mugnai e Daniele Chiezzi, oggi sarà interrogato a Santo Spirito dal gip Ilaria Cornetti. Prima però verranno sentiti dal giudice a palazzo di giustizia il padre, 62 anni, che è ai domiciliari in una comunità di recupero per problemi di droga dove è entrato di recente, e la fidanzata del giovane, 30 anni, che ha invece l’obbligo di dimora a Sinalunga, anch’essi assistiti dagli avvocati Mugnai e Chiezzi. Non è stato ancora fissato l’interrogatorio di un imprenditore locale di 47 anni, anche lui ha l’obbligo di dimora, difeso da Massimiliano Pinsuti. Che segue anche altri due dei 26 indagati dalla procura. Uno è accusato di favoreggiamento reale (l’unico a cui viene contestato tale reato nell’inchiesta) perché, secondo gli investigatori, nel 2021 gli sarebbero stati trovato 20mila euro. Al momento della perquisizione, martedì all’alba, i militariu ne avrebbero sequestrati altri 6.500.
L’indagine coordinata dal pm Siro De Flammines con gli uomini del maggiore Angelo Aliberto, ha lasciato sotto choc Sinalunga ma anche la Valdichiana, compresa quella aretina dove sarebbe avvenuto lo spaccio. Il paese è piccolo, tutti si conoscono. C’era un gran via vai da un’abitazione del centro storico in cui viveva uno degli arrestati. Soprattutto alcune persone coinvolte lavorano regolarmente e sono anche apprezzate per comportamento e serietà. Come nel caso di un 39enne incensurato che lavora in un’azienda della zona. E che i carabinieri, come detto in conferenza stampa, ritengono persona scaltra. Il vero punto di riferimento dello spaccio.