"Non credo che la situazione dal punto di vista climatico migliorerà. L’invaso potrebbe rappresentare una grande risposta". Francesco Fabbrizzi, sindaco di Radicofani ci crede. È stato fra i primi a fare ’massa critica’ per rispolverare la diga San Piero in Campo. Oggi a 24 ore dall’annuncio dei 2 milioni di euro stanziati dalla Regione con cui finanziare uno studio di fattibilità per progettare l’invaso, è soddisfatto. "Non dovrà servire una zona limitata – spiega – ma un bacino che interessa diversi Comuni. Gli effetti della siccità sono sotto gli occhi di tutti, il fiume Orcia è praticamente inesistente". Al momento la vecchia diga, i cui lavori iniziarono nel 1984 per poi arrestarsi nel 1990, vede circa il 60 per cento delle opere completate. Le stesse che nel 1990 furono oggetto di collaudi da parte di una commissione composta da ingegneri del Servizio Nazionale Dighe che accertò come, all’epoca, fossero in ottimo stato di conservazione.
"Mi auguro – commenta Fabbrizzi – che lo studio sia concluso nel più breve tempo possibile, entro la prossima estate. Dobbiamo partire con l’idea che noi andremo a terminare un’opera e non a rifarla da capo: auspico che quelle già realizzate siano riutilizzabili. Se la diga fosse entrata in funzione e fosse stata terminata, sarebbe relativamente ‘giovane’ con poco più di 20 anni". E sul progetto spero di allargare la platea degli apertamente favorevoli. "Mi auguro anche che si possa creare più massa critica anche fra gli altri primi cittadini del territorio, oltre ai due Radicofani e Pienza, dove ricade l’opera. È stato giusto partire con lo studio, se non partiamo non si arriva da nessuna parte". Lo scolmatore, cioè l’opera che sarebbe dovuto servire per aumentare o diminuire la portata dell’invaso ricade proprio tra Pienza e Radicofani. L’invaso di San Piero in Campo, sulla carta, diventerebbe il terzo lago artificiale della Toscana dopo Montedoglio e Bilancino, con una portata di 17 milioni di metri cubi d’acqua. "Nel frattempo parte del territorio dei Comuni interessati è stato riconosciuto come sito Unesco, sarà necessario un confronto con l’Unesco. Siamo già in contatto con il Consorzio di Bonifica".