Crescono le situazioni di difficoltà anche nel territorio della Valdichiana. Una zona che sta meglio di altre ma anche non "uniforme", dove il benessere si mischia a casi di persone che faticano ad arrivare a fine mese. Questi ultimi sono una minoranza, certo, ma non per questo vanno sottovalutati.
Un esempio significativo ci arriva da Sinalunga. In via Vasari n.1, nella parte alta della cittadina, la Misericordia di Sinalunga si occupa della distribuzione del pacco alimentare per tre volte a settimana, il lunedì, mercoledì e venerdì. Sono i volontari a pensare alla consegna del cibo, un pacco a famiglia a settimana, dedicando il loro tempo prezioso per questa iniziativa importante.
"Le richieste in effetti stanno aumentando - sottolinea la coordinatrice del servizio, Donatella Bardini della Misericordia di Sinalunga – al momento a chiedere aiuto sono una cinquantina di famiglie per quasi duecento persone. Anche ieri (lunedì, ndr) sono arrivate delle richieste. Ci sono stranieri ma anche italiani, molti sono pachistani". Una "routine" ormai ben collaudata. I volontari preparano i pacchi con gli alimenti a lunga conservazione, Bardini spiega che "uno di noi va al supermercato a prendere il fresco, intorno alle 20.15 ritorna e poi distribuiamo. Bisogna stare attenti a varie cose, ci sono le intolleranze e le allergie, il pacco viene confezionato in base a queste esigenze. L’impegno non manca tra preparativi e aggiornamenti".
Ovviamente per ottenere il pacco alimentare ci vogliono dei requisiti, "serve portare l’Isee – continua Bardini – si rivolgono a noi sempre più persone, direi dai 40 ai 60 anni di età. La maggior parte arrivano dalle frazioni comunali, poi c’è anche chi non viene perché magari si vergogna e non vuole farsi vedere. Noi facciamo il massimo, per fortuna ci sono anche persone che effettuano donazioni".
La difficoltà maggiore? "Reperire il cibo non è così facile e le guerre in corso incidono". Anche in altri paesi della zona la situazione non è semplice. Il bisogno di aiuto sembra crescere e c’è anche quello "sommerso", perché non tutti hanno il coraggio di ammettere la necessità di un sostegno.
Luca Stefanucci