![La coppia, lui della Torre e lei dell’Oca, invita i giovani "a portarsi rispetto. L’abbiamo insegnato ai nostri figli" La coppia, lui della Torre e lei dell’Oca, invita i giovani "a portarsi rispetto. L’abbiamo insegnato ai nostri figli"](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/YzYwYTNhOGEtMTkzNi00/0/pace-e-mario-savelli-62-anni-insieme-unione-duratura-serve-mediare.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
La coppia, lui della Torre e lei dell’Oca, invita i giovani "a portarsi rispetto. L’abbiamo insegnato ai nostri figli"
di Laura ValdesiSIENA"Cosa ci ha tenuto insieme tutti questi anni? Portare avanti un matrimonio credo che sia come fare politica: bisogna saper mediare, essere sordi o ciechi. L’esatto contrario di Mario, nelle reazioni esplosivo. Io invece riflessiva, nel positivo e nel negativo. Cerco le soluzioni ai problemi, lui fa la ’savellata’". Maria Pace Carapelli svela la ’ricetta’ che ha consentito di condividere con il marito oltre 62 anni di vita insieme. C’è di che festeggiare nel giorno di San Valentino. "Ci siamo sposati il 10 settembre 1962", raccontano mentre sul tavolo di casa, a Fogliano, si apre l’album delle foto. Il film della loro vita, prima in bianconero, più di recente a colori. Semplice e intensa, affannosa ed esaltante. A volte in salita. "Ad unirci è stata sicuramente la passione per i cavalli, anche nelle discussioni", mette subito le mani avanti l’ex barbaresco della Torre, storico proprietario di nomi da Piazza (nella sua proprietà la tomba del mitico Urbino de Ozieri), vigile urbano onorario. Uno dei personaggi più conosciuti di Siena. "Ci ha legato inoltre la passione di nascere in una città in questo modo... Prima toccherà a me, sono più vecchio, mi dispiace lasciarla sola nonostante 4 nipoti, una pronipote e quello che nascerà a luglio a Francesco", dice Savelli. Pace spazza via giusto un velo di malinconia, rilanciando: "Abbiamo festeggiato le nozze d’argento e quelle d’oro. Anche se io ho compiuto 82 anni il 5 novembre e Mario 87 il 10 ottobre il mio pensiero è che siamo stati molto fortunati ad arrivare così a questa età. Nessuno sa quando sarà la nostra ora, andiamo avanti e puntiamo ai 70 anni di matrimonio".
L’album dei ricordi mostra la coppia il giorno del sì. "Ci sposammo nell’oratorio della Torre, io abitavo già in Salicotto con i genitori. La Chiesa di San Martino era in ristrutturazione. ’Vengo, gli dissi, ma voglio il paggio dell’Oca’. Fu Enrico Toti. Credo sia stata la prima volta che entrava nella chiesa della Torre", sostiene Pace, contradaiola di Fontebranda. "Quando uscimmo ci accolse un arco di bandiere di Salicotto fin quasi alla curva del mercato", rammenta. "Ci siamo conosciuti alla corale, lei veniva con il babbo Alfio, che faceva il tappezziere, e il fratello. Era nei soprani, io nei baritoni", dice Mario. "Mi corteggiò subito ma era fidanzato ufficialmente. Non mi attraeva particolarmente. Fece amicizia con babbo – ride Pace –, uomo tranquillo come me. Quando Mario gli disse ’guardi che volevo...’ non lo fece finire. Ho capito tutto, stai con mia figlia". Così Savelli entrò nella famiglia Carapelli, divertendosi a fare a gara con lo zio di Pace, Renato, a chi era più bravo con il tamburo. "Andai in casa del futuro marito nel 1959, avevo 17 anni. Il Palio lo vinse l’Oca, lui andava nei vicoli a vedere se ero nei cortei. Fui accolta molto bene dai Savelli, famiglia movimentatissima, rumorosa, non si sapeva mai quanti eravamo. Credo che mio suocero, Gino, sia stato affezionato a me. Commerciava in frutta e verdura, aveva il banco in Piazza il primo vicino alla curva di San Martino", dicono alternandosi nei flash.
"Mario è una brava persona, sicuramente migliore di me. Ma siamo entrambi accoglienti, non discriminiamo nessuno, basta che siano persone perbene", ammette Pace. "M’innamorai subito – confessa il marito con il cuore che ancora si scioglie –, mi ha regalato tre figli. L’unica cosa che all’inizio mi dava un pochino fastidio era che portava i calzini. Chiesi di toglierli, sennò diranno che sto con una bambina", ride guardando la sua Pace. "Il momento più complicato di questo percorso insieme? La lunga malattia di babbo, durata 10 anni. Un inferno. Alfio era un uomo libero, non l’ha affrontata con rassegnazione. Un periodo in cui però ho rivalutato tantissimo Mario, la sua umanità. Capace di sdrammatizzare anche nei momenti più brutti", chiosa mamma Pace. E quando Mario, seppure molto orgoglioso di Aurora che insegna all’Università Orientale a Napoli, confessa che non riesce a rendersi conto perché stia lontano, lei con affetto, ribatte: "Sano egoismo maschile". Alle giovani coppie consigliano: "Portatevi rispetto, l’un l’altro. Che sia all’inizio, a metà o alla fine. Ai figli speriamo di averlo insegnato".