Siena, 10 agosto 2024 – La lettera è indirizzata a tutti i soggetti istituzionali che compongono il tavolo chiamato a occuparsi dell’accoglienza dei pakistani: dal sindaco al questore, dal prefetto al cardinale, dall’Asl alle associazioni di volontariato. Un invito del rettore dell’Università per stranieri, Tomaso Montanari, ad affrontare quanto prima la questione dell’ospitalità verso un tema che negli ultimi anni è diventato a più riprese di attualità, dai parcheggi trasformati in dormitori alle inchieste sullo sfruttamento dei migranti.
“Vi scrivo per mettervi a conoscenza delle molteplici segnalazioni che ci sono pervenute – scrive il rettore Montanari – in seguito all’utilizzo scorretto, da parte dei rifugiati pakistani, degli spazi della sede dell’Università per Stranieri di Siena di via dei Pispini messi a disposizione per la loro partecipazione ai corsi di lingua italiana, organizzati gratuitamente dall’ateneo. Le problematiche non riguardano solo l’uso improprio dei servizi e degli spazi, ma anche casi spiacevoli di comportamenti indecorosi nei confronti di chi lavora presso l’ateneo e nei confronti delle studentesse e degli studenti che frequentano le lezioni".
Una situazione che si replica anche in altre sedi: "Purtroppo, ci è stato segnalato che situazioni sgradevoli si sono verificate anche presso la mensa di Sant’Agata – scrive ancora Montanari – dove i rifugiati pakistani consumano il pasto serale ed il costo è sostenuto dall’Ateneo. Se tali condizioni continueranno a manifestarsi, per l’Ateneo potrebbe essere difficile proseguire nel sostegno ai rifugiati e il Dsu potrebbe non continuare ad accettarli e terminerebbe, quindi per loro, la possibilità di accedere alla mensa".
Da qui la richiesta di "collaborazione, al fine di prevenire ulteriori problematiche e poter quindi continuare a garantire ai rifugiati pakistani gli interventi del nostro Ateneo". Un tema che era stato affrontato anche nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale, quando Anna Ferretti del Pd aveva sollecitato un intervento dell’amministrazione: "Servono risposte attive per i cittadini pakistani – ha detto Ferretti – perché va data una soluzione concreta alle tante persone che hanno bisogno di un’accoglienza completa. Serve uno sforzo congiunto delle istituzioni, perché se si parla di persone che bivaccano in varie parti della città, bisogna fornire loro alternative e risposte concrete".
In ballo c’è l’attivazione del Cas a Montalbuccio - trasformando il centro di accoglienza promosso dall’amministrazione comunale - ma non solo. Se l’Università per Stranieri ha attivato i corsi di italiano e di conseguenza concesso la mensa serale, se la Caritas segue la mensa ora a San Francesco con decine di ospiti ogni giorno, se una convenzione con la Corte dei Miracoli prevede l’accoglienza durante la giornata, restano evidenti alcuni problemi da risolvere e va in questo senso la lettera di Montanari. In sostanza, è l’appello a tutte le istituzioni, il sistema di accoglienza deve poter garantire servizi (per esempio quelli per l’igiene personale) a chi si trova nel nostro territorio.
Un problema che, si ricorderà, l’attuale amministrazione comunale si trovò ad affrontare immediatamente dopo l’insediamento, quando gli assessori e la polizia municipale effettuarono il primo sopralluogo al parcheggio Il Duomo, dove allora numerosi pakistani cercavano riparo per la notte. In precedenza erano stati alla stazione e prima ancora, all’inizio del loro massiccio afflusso a Siena, nei giardini fuori porta San Marco. Sono passati anni, i luoghi di riferimento sono cambiati, ma il tema pakistani è sempre in attesa di soluzioni.