REDAZIONE SIENA

Pakistani, tutti fuori. Parcheggio Il Duomo pulito e sanificato. Via tende e materassi

Alle 13 polizia municipale e Volante con gli addetti di Sigerico. I richiedenti asilo si riuniscono, poi sacchi in spalla vanno in via Mascagni.

Alle 13 polizia municipale e Volante con gli addetti di Sigerico. I richiedenti asilo si riuniscono, poi sacchi in spalla vanno in via Mascagni.

Alle 13 polizia municipale e Volante con gli addetti di Sigerico. I richiedenti asilo si riuniscono, poi sacchi in spalla vanno in via Mascagni.

di Laura Valdesi

SIENA

Qualcuno è ancora sdraiato sul materasso di fortuna appoggiato sul pavimento quando arrivano Volante e pattuglia della polizia municipale. Altri sono fuori dal parcheggio Il Duomo, alla mensa di San Girolamo. Hanno lasciato scarpe, magliette stese alle inferriate, vecchie coperte ammassate in un angolo. Carte, succhi di frutta. Calze. Persino uno stendino con i panni tesi. Ormai il posteggio era casa per una cinquantina di pakistani che chiedono asilo. Due ore più tardi molti di loro non ritroveranno più nulla, a parte zaini e borse messi da parte dalla Municipale. Alle 13, infatti, è scattato ieri l’intervento di sanificazione della struttura annunciato da Sigerico. Dopo le proteste di tanti cittadini per quell’accampamento e le condizioni igieniche precarie, a cui aveva fatto eco anche la Contrada della Chiocciola sottolineando la delicata situazione, l’intero posteggio è stato dunque pulito e sanificato. Niente più tende, né carte e indumenti ammassati. Spariti i giacigli provvisori in tutti e tre i livelli del parcheggio.

I pakistani conoscono le divise. Non hanno mai creato problemi finora. Ma capiscono subito che non è un controllo, questa volta. La Municipale comunica loro che hanno un’ora di tempo per organizzarsi e raccogliere gli effetti personali prima che venga portato via tutto per consentire la necessaria pulizia radicale. Si riuniscono nell’affaccio esterno del posteggio, dove sono in diversi a dormire e vivere. Discutono. Tanti telefonano e, in breve, molti che erano fuori arrivano per recuperare il possibile. C’è rabbia sui volti ma nessuno si ribella, né va oltre le righe. Alle 14, quando arrivano i mezzi dove buttare materassi e sacchi con la sporcizia, iniziano le operazioni. Tuta bianca, guanti e mascherina per procedere in sicurezza. I pakistani cercano di salvare il possibile, qualcuno protesta e si affretta a chiudere tutto dentro grandi teli e coperte, mettendoli sulle spalle. Tutto ciò che hanno è lì dentro. A parte gli iphone. Provano a spostarsi in un’altra ala del posteggio ma, con gentilezza e fermezza, municipale e questura fanno capire loro che non si può restare. Devono lasciare il parcheggio. Lentamente vengono tolte le tende, mentre i mezzi escono carichi di rifiuti e tornano più tardi, vuoti, per riprendere l’intervento. Arriva anche il comandante della polizia municipale Alfredo Zanchi, poi un mediatore culturale di Refugees. Ricorda loro che alla Corte dei miracoli c’è la possibilità di fare la doccia, cerca di aiutarli, seppure consapevole che non sarà facile trovare un posto per tutti. I suoi genitori, per esempio, hanno aperto le porte dell’abitazione accogliendo due persone. Ma opportunità di questo tipo si contano sulle dita di una mano.

Non vogliono andarsene dal parcheggio Il Duomo. Un luogo tutto sommato accogliente e che, in vista della stagione fredda, garantiva un tetto e angoli sufficientemente riparati. Fanno melina, i pakistani. Tutti uomini. Tutti in linea di massima molto giovani. Si mettono a ripiegare le coperte, gli indumenti, per inserirli negli enormi sacchi neri che si caricano poi sulle spalle. I loro sguardi parlano da soli: dove andare adesso? Mentre il via vai di turisti continua, molti diretti in Piazza del Campo dove brillano le lussuose Pagani, i migranti iniziano a sciamare in direzione di via Mascagni dove c’è il dormitorio della Caritas che è però sempre stracolmo di migranti. E dove i volontari e l’Arcidiocesi stanno facendo il massimo sforzo possibile per aiutare chi è per strada negli spazi a loro disposizione. Fa impressione quella lunga fila di persone con sacchi in spalla che ricordano l’India dove le donne li portano appoggiati sulla testa.

Le addette alla pulizie chiamate da Sigerico, che si è accollato il costo dell’intervento straordinario, dopo aver spazzato utilizzano sistola e disinfettante. L’aria profuma. Tutto torna in ordine. Chissà per quanto.