LAURA VALDESI
Cronaca

Palio, niente attrezzi da maniscalco in Piazza per motivi di sicurezza

Il sindaco lavora alla soluzione. "Bruschelli? Non accetto moralismi"

Il sindaco con le autorità stamani alle messa del fantino

Siena, 2 luglio 2019 – Inizia dall’attualità, il sindaco Luigi De Mossi. E da quella prova generale saltata dal Bruco per via del ferro perso dal cavallo Solu Tue Due. Niente attrezzi da maniscalco  a portata di mano in Piazza, tutto dovuto alle misure di sicurezza imposte. Comprensibile, però bisogna trovare una soluzione per le Contrade. E per consentire di non penalizzarle, nel caso che il problema si ripeta in occasione delle prove. Una questione – piccola quanto si vuole ma da affrontare –, già in vista di agosto. «Ne ho parlato con deputati della Festa e ispettori di pista, tuttavia la decisione passa dalla questura e dalla prefettura», sottolinea il sindaco. «Gli oggetti utilizzati dal maniscalco possono essere atti ad offendere. Valuteremo come fare. Ci possono essere problemi di ordine pubblico», aggiunge. Per il Palio, comunque  gli attrezzi ci saranno.

A ruota libera sui temi della Festa, De Mossi. Che sollecitato anche sui maldipancia di questi giorni perché la Pantera ha montato Trecciolino, rilancia: «La scelta dei fantini, per prima cosa, spetta alle Contrade. State certi che quando una sentenza è passata in giudicato questa amministrazione non si sottrarrà mai all’applicazione delle norme di legge. Ad oggi non ci sono motivi ostativi alla monta scelta dalla Pantera. E poi vorrei aggiungere che certi moralismi non li accetto. Spesso coloro che li fanno  sono così  indaffarati in questo da non avere il tempo per comportarsi eticamente loro stessi. Finché non c’è una sentenza definitiva le Contrade sono libere di scegliere. E non è uno scarico di responsabilità». 

Fin qui i casi di cronaca viva, poi il sindaco spazia. E allarga il respiro rivendicando come il Palio «sia una vetrina per la città che si tramanda da secoli». Ad ascoltarlo spunta anche il direttore del museo di Weimar, con cui Siena è gemellata. Quindi la presenza dell’ad di ‘Black Rock’ in città «con cui ho parlato di cultura e non di economia», chiarisce De Mossi. Orgoglioso per le belle parole che riguardano il lavoro del Comune sul protocollo dei farmaci e la tutela del benessere dei cavalli da parte di Romano Marabelli, eccellenza a livello mondiale nel settore della sanità veterinaria e ora consulente Oie. De Mossi accenna, sollecitato, alle questioni Mps snocciolando le priorità «che vanno dalla richiesta di non perdere il legame con il territorio a quella della tutela dei livelli occupazionali, conservando un legame effettivo con la Fondazione Mps». 

Ma oggi è Palio. E tutto il resto, ancora per qualche ora, resta sullo sfondo. Così De Mossi svela le cifre degli addetti alla sicurezza in Piazza: 170, una cinquantina di  dipendenti comunali. Spiega che ci sono anche gli studenti dell’Università per Stranieri che parlano arabo, cinese e anche russo per aiutare i turisti. Insomma, una macchina organizzativa composta da mille ingranaggi, ciascuno egualmente prezioso. Difende i varchi, «che al primo impatto sembravano uno chassis e adesso non si notano. Diventeranno 18 in tutto. Poi le lodi dell’esperienza di Ambrosione, quelle di  Giuseppe Poma, il vigile della busta, che oggi per l’ultima volta dopo 15 anni la consegnerà al mossiere  con l’ordine delle Contrade al canape. «Rigoroso, persona di grande sensibilità. Lo inviterò a vedere il palio ad agosto», annuncia. Lascia anche Mazzini, chiarina di Piazza classe 1931. 

Il Palio è questo. Persone, tradizione, turismo, economia. Soprattutto però vedere i capannelli per il corso di senesi che trasformano la strada nel salotto di casa e si fermano a parlare. Certo, ci sono i social.  Impossibile fermarli. «Non si vieta niente in questa città», chiosa De Mossi. Ricordando di aver sempre accettato le critiche «a differenza di ciò che accadeva in passato a Siena».  Prima di chiudere: «Spero che sarà un Palio bello, divertente e combattuto».