PINO DI BLASIO
Cronaca

Chi comanda nel Palio? I capitani si riprendono pezzi di potere nelle trame

Tittia e Scompiglio hanno scelto Oca e Valdimontone, condizionati anche dai veti su altre Contrade. Nicchio e Pantera vogliono fare la loro corsa

Siena, 1 luglio 2024 – Rispetto al Palio di luglio dell’anno scorso, deciso dopo la prima Contrada estratta dal sindaco Nicoletta Fabio al suo debutto sul palco dell’assegnazione (Selva con Violenta da Clodia), stavolta i capitani delle Contrade avrebbero recuperato un po’ di margini di manovra. Un pizzico di peso in più nelle trame di questo Palio di Provenzano, nelle strategie che hanno portato alla definizione delle accoppiate, nelle scelte prima dei cavalli e poi dei fantini. Una modica quantità di potere, meglio non esagerare. Perché, nel primo momento cruciale, quelle ore nell’Entrone per votare i 10 cavalli che dovranno correre, le scelte dei capitani sono state limitate prima dai veterinari (12 cavalli esclusi su 35, nessuno può dubitare della legittimità delle decisioni sanitarie); e poi dai veti dei fantini big, che hanno tolto dal lotto il solito Remorex e Anda e Bola, che si ritrova tra i cavalli forti, senza aver mai finito un Palio.

Il Palio si avvicina
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Con un lotto che non ha senso definire ’livellato in basso’, semplicemente perché ci sono sempre cavalli più veloci e più adatti degli altri, e casomai li scopri dopo, tra i sei esordienti, il secondo momento cruciale è la definizione delle monte. Se Viso d’angelo non fosse finito in sorte alla Pantera, Tittia avrebbe potuto anche montarlo, perché lo conosce bene. Ma i rapporti tra Atzeni e l’Aquila hanno tolto l’opzione dal Campo. E per Tittia si trattava di decidere se montare Tabacco nell’Onda o Veranu nell’Oca. Su Tabacco è tornato Brigante, come nell’agosto 2022, Tittia ha preferito Veranu, facendolo subito assurgere al ruolo di cavallo favorito.

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Più o meno lo stesso copione recitato da Scompiglio. Sarebbe potuto andare nella Pantera, su Viso d’angelo. Ma Bartoletti ha scelto Ungaros e il Valdimontone, per duellare con il suo rivale con più chance. Anche se la presenza del Nicchio in Piazza, che ha scelto Turbine per montare Akida, esordiente con buoni garretti, è sicuramente un ostacolo in più.

Le accoppiate le conoscete , non c’è bisogno di ripeterle. Il potere dei fantini, di Tittia in particolare, anche. E quindi l’aver piazzato fantini ’amici’ e ’alleati’ in altre tre o quattro Contrade, potrebbe agevolargli l’obiettivo dell’undicesima vittoria. Perché, alla domanda retorica su chi comanda davvero nel Palio, bisogna dare risposte variabili. Ma partendo dalla considerazione che da Aceto a Pesse, da Trecciolino a Tittia, c’è stata una presa di potere sempre più forte dei fantini in Piazza. Aceto e Pesse avevano rivali forti, Trecciolino e Tittia hanno avuto e hanno concorrenti meno insidiosi. L’unico fantino che non era interessato al ruolo di regista, a voler mettere tutti i tasselli a posto per ritrovarsi un mosaico in Piazza che lo vedesse alzare il nerbo al bandierino, era Andrea Mari, l’indimenticato Brio.

Un destino crudele lo ha tolto di scena, come nei film in cui uno dei protagonisti muore troppo presto. E lascia un vuoto che il resto del cast colma con estrema difficoltà. Dov’è quel pizzico di potere in più ripreso dai capitani in questo Palio di luglio? Nicchio e Pantera hanno puntato su fantini che hanno voglia di riscattarsi, Turbine e Bellocchio. Bruco e Giraffa hanno scelto due esordienti su due cavalli alla loro prima volta: Chiavassa per Brivido Sardo (non è andato nella Lupa dove in stalla c’è il suo Zenios) e Puligheddu su Ardeglina, accoppiata che fa attorcigliare la lingua quando la si pronuncia. Ognuno vuole fare la sua corsa, è il segreto del Palio. Scolpito dalla frase lapidaria dell’immortale Aceto: "A Siena c’è questa strana abitudine per cui se non vinci il Palio, lo perdi".