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Ingegnere, 57 anni, nicchiaiolo, è la terza volta che partecipa al bando per realizzare il Drappellone
di Laura Valdesi
SIENA
"Se il numero 80 ha un significato particolare nella mia vita? (Fa una breve pausa, ndr). Non mi dice nulla, non è neppure il numero di una Contrada. Semmai gli anni ’80 mi piacevano tanto ma solo perché ero parecchio più giovane", dice Riccardo Manganelli scherzando sul numero con cui era stato protocollato il lavoro che ora dovrà trasferire sulla seta. Dalla sua mente (e dalla sua mano) è uscito infatti il bozzetto made in Siena che merita di diventare il Palio di Provenzano 2025. "Felicissimo, un turbinio di emozioni da quando, a mezzogiorno e mezzo, mi hanno detto che avevo vinto", confessa Manganelli. Nicchiaiolo, guida la commissione patrimonio storico artistico e archivistico, è ingegnere civile e ha 57 anni. E ha sempre respirato in famiglia l’importanza del tramandare, cultura e soprattutto la tradizione.
Ha sbaragliato la concorrenza, agguerrita e numerosa.
"Proprio oggi (ieri, ndr) mi preparavo a partecipare ad un altro concorso. Essendo arrivato al primo marzo senza sapere niente credevo che l’avessero già assegnato. Ad altri".
Le piaceva il suo bozzetto?
"Mi convinceva molto, lo confesso. Ma eravamo in tanti a partecipare, bisognava colpire la giuria".
La prima volta che prova il concorso per il Drappellone?
"No, ci sono stati due precedenti. Ma ammetto che quelli risultati vincitori erano migliori del mio, avevano centrato il tema. Non basta fare una bella composizione ma occorre anche raccontare bene la dedica".
Questa volta Manganelli ha trovato l’ispirazione giusta.
"Ero abbastanza convinto, la composizione è venuta di getto. Non sempre capita".
Scorrendo il suo curriculum viene da pensare che possa essere un Drappellone-fumetto?
"Quelli che faccio sono in bianco-nero. Non sarà un palio-Fumetto, va dipinto".
Nessuno lo ha visto?
"Assolutamente no! Neppure in casa, anche per scaramanzia. Comunque in famiglia sono contentissimi".
Dove nascerà il Palio di luglio?
"Dove abito, nel Casato di sotto, lato Onda. Resterà blindatissimo fino all’ultimo, ho anche due dobermann in casa a fare da guardia".
Lei è del Nicchio, la sua Contrada non corre per via della squalifica.
"Quando ricevi un incarico così prestigioso è un dovere fare un lavoro bello per te e per la città tutta. Non sono mai stato uno che ci vede i segni, consapevole che nel momento in cui viene presentato non ti appartiene più. E’ il culmine di un pathos, di un crescendo che dura pochissimo ma è intenso".
Una dedica per questo onore?
"Non ci sono tanto per queste... Assicuro che mi concentrerò per effettuare un’opera che rispetta il Palio e Siena".
Sarà double face?
"Non si può dire! Non dirò nulla".
Neppure se è colorato?
"Nemmeno questo".
Quando si metterà a lavoro?
"La prossima settimana dovrebbero portarmi la seta".