Laura Valdesi
Cronaca

Palio, Leocorno: le strategie di Minucci. “Continuità con l’occhio ai giovani”

Il capitano si è insediato: ecco il suo staff. “Sanzioni paliesche, vanno capite le modalità specie su alcuni temi”

Marco Minucci (Foto lazzeroni)

Marco Minucci (Foto lazzeroni)

Siena, 12 gennaio 2024 – Il bancario – lo staff Palio guidato da Massimo Bari lo definiva affettuosamente ’il contabile’ – adesso sale in cattedra. E dopo l’elezione a capitano del Leocorno il 3 dicembre scorso prende saldamente le redini delle strategie: Marco Minucci, infatti, si è insediato mercoledì sera durante l’assemblea partecipata e calorosa in Pantaneto. «Ho ringraziato i miei predecessori, Bruno Mazzuoli con cui ho iniziato il percorso nel 2016 come tenente e Massimo Bari che mi ha voluto con sé nel mandato. Con Mino (così viene chiamato da tutti nel rione, ndr) siamo coetanei: entrati in Piazza alfieri insieme, Minimasgalano insieme. Tutto sfociato nella bella esperienza paliesca», spiega Minucci.

Capitano, bellissima direi visto che avete vinto con Tittia e Violenta da Clodia.

«Siamo anche stati fortunati, la dea bendata serve sempre. Ho inoltre ringraziato tutto il popolo del Leocorno per la grandissima compattezza e l’unità. Qualunque fosse stato il nome portato dalla commissione per il capitano avrebbe ottenuto il mio stesso consenso. C’è veramente enorme serenità e tranquillità».

Cosa ha promesso?

«Il massimo impegno, non si può mai promettere niente se non la dedizione assoluta e completa all’incarico che mi onoro di ricoprire».

Emozione?

«Sì, certo, anche se per me il Leocorno è una seconda famiglia».

Veniamo al 2024: sarà un esordio di fuoco visto che la sua Contrada e la rivale Civetta correte entrambi i Palii.

«Un’annata molto impegnativa, ho grande rispetto per l’avversaria e per il suo capitano Roberto Papei, persona che conosco da sempre. Ognuno onorerà il suo ruolo. Per quanto riguarda il modo di concepire la rivalità sono convinto, fermamente, che deve essere limitato al Campo e ai quattro giorni di Palio, non tutto l’anno. E’ lontano, quest’ultima tendenza, dalla cultura contradaiola che mi è stata insegnata. Çe nuove generazioni in particolare tendono invece a dilatare questo tempo, forse è colpa di noi che siamo più grandi che non abbiamo trasmesso i valori corretti».

Veniamo allo staff.

«Andrea Simoni mangino del popolo, poi Roberto Oddo, Raffaele Gambini e Fausto Iannaccone, quest’ultimo con me nel mandato Mazzuoli. Un avvicendamento nella stalla, all’insegna anche in questo settore però della continuità: barbaresco è Pier Paolo Madotto, che succede a Paolo Lorenzoni, vice resta Tommaso Mariotti».

Continuità: sarà così anche in fatto di fantini?

«Assolutamente per quanto attiene ai rapporti consolidati con chi ha vinto gli ultimi Palii nel Leocorno e, più, in generale, con chi ha indossato il nostro giubbetto».

Scompiglio e Tittia?

«Non faccio nomi. Ma annuncio che daremo un occhio anche alle nuove leve , qualcuno è maturo per esordire e noi siamo una Contrada che ha fatto debuttare tanti fantini, anche se abbiamo l’avversaria. I giovani sono l’investimento per il futuro. Sarebbe perfetto in una Contrada di giovani dove c’è tanta euforia come la nostra».

Anche i cavalli si prenderanno giovani, visto che ci sono voci su possibili esclusioni eccellenti?

«L’importante è che ci sia un parco sano che permetta ai capitani di attuare liberamente le strategie». Non va limitata troppo la scelta delle dirigenze?

«Fa parte delle strategie».

Mossiere: Ambrosione?

«Persona di grandissimo spessore, di forte esperienza. Chiaro che le mosse possono venire meglio o peggio ma si pone sempre con grande umiltà. Ci sono semmai da capire un po’ le sanzioni paliesche, le modalità di dare punizioni soprattutto su alcuni temi».

Il cambio di posto?

«Anche la rincorsa per esempio, fa un po’ parte delle strategie paliesche. Forzare l’ingresso vuol dire dare un vantaggio, soprattutto con la rivale in campo».