Siena, 15 agosto 2024 – E’ sempre così nel Palio. Più si avvicina il giorno della carriera, più le certezze granitiche della vigilia si sgretolano, vacillano, perdono un po’ della compatta consistenza. Quel cavallo esordiente, per il quale nessuno aveva esultato all’assegnazione, diventa un possibile outsider, dimostra uno scatto tra i canapi che accende le speranze. E l’accoppiata che accentrava su di sè tutti i pronostici sembra perdere qualche sicumera di troppo, lasciando spazio a illusioni da vigilia che sono il bello della Festa.
Se il fato non avesse un peso preponderante, il Palio sarebbe matematica, non alchimia magica. Se la sorte non giocasse un ruolo da protagonista, anche nel far andare le cose come deciso dai registi della corsa, in base al ’vuolsi così colà dove si puote’, in Piazza sarebbe una corsa quasi normale, nonostante un percorso unico, tra la storia e il tufo. Alla fine del secondo giorno restano in mente poche istantanee che potrebbero fare da preludio alla carriera. Il Leocorno, con Turbine e Zentiles, non è solo una bella storia del cavallo recuperato da un infortunio, curato al Ceppo e sul quale i Westermann puntano molto. Dai canapi scatta prima degli altri, lo spunto è felice.
Stesso discorso per il Valdimontone, con Scompiglio e Veranu. Prove promettenti per loro, mosse scattanti che, se confermate la sera del 16, possono dare un vantaggio non di poco conto rispetto alle altre. Se giri primo a San Martino e hai Veranu che a luglio ha dimostrato di avere garretti e fiato, puoi giocartela anche con chi, sulla carta, è più veloce di te.
Per il resto c’è Tittia nell’Istrice. Per tutti è il ’deus ex machina’ del Palio post Covid, il ragno che tesse la sua tela di alleanze tra Contrade e fantini e che alla fine vince lui. Stavolta ha scelto una Contrada che ha la rivale in Campo, per ora Velluto pare lo ignori tra i canapi. Ma una cosa sono le prove, un’altra è il Palio. Le quotazioni delle altre restano invariate, ogni Contrada ha i suoi buoni motivi per provare a vincere. La Chiocciola mette in mostra un Gingillo voglioso di riscatto. Mentre l’Oca, con Brigante sul quotato Ares Elce, gioca a nascondino finora. Per non scoprire le sue carte e far vedere alle altre quante potenzialità ha la sua accoppiata. Tanti indizi per provare a prevedere la trama del Palio. Poi alla fine si scopre che l’assassino è sempre il maggiordomo.