Laura Valdesi
Cronaca

Palio, Tempesta: “La Civetta? Ci può stare, come altre”

Vede un Palio più «miscelato» quanto a strategie Contrade-fantini-cavalli

Andrea Coghe

Andrea Coghe

Siena, 21 giugno 2024 – Caldo torrido ma indossa la maglietta per montare, Andrea Coghe detto Tempesta. Mangia ’polvere e sudore’. Ed è felice di farlo. «Il Palio? Vita, per me. Ci penso da quando mi alzo a quando vado a letto, ogni giorno. Sarà perché ci sono cresciuto in mezzo, sarà perché lo sento nel sangue», ammette il fantino mentre rientra dopo un’uscita.

Un Palio interessante, quello di Provenzano. Giostrano più le Contrade o i fantini?

«E’ una Carriera più mischiata di altre per quanto riguarda le strategie Contrade-fantini-cavalli. Un Palio, come dire, molto miscelato».

E ancora in movimento, i cui contorni sono da definire.

«Per essere al 20 giugno la sensazione è che ci siano ancora diversi punti interrogativi. Ci sono stati altri Palii, negli anni precedenti, in cui erano molti meno».

Quale è il punto interrogativo più grosso per Tempesta?

«Ne ho talmente tanti che faccio fatica a trovare quello principale. Non saprei dirne uno. Alla fine è un po’ anche il bello del Palio. Ad oggi, in nessuna fase della mia carriera, ho avuto grosse certezze. E’ stato così prima di debuttare. E dopo l’esordio ero alla ricerca della chance per vincere. Una volta alzato il nerbo sei sempre a caccia costante di un’altra occasione per affermarti. E non è mai semplice. Insomma, in questo lavoro hai sempre un punto interrogativo, a seconda della fase della tua vita e della carriera».

Hai fatto una stagione un po’ a carte coperte.

«Non ho fatto strategia, al riguardo. Ho purtroppo avuto qualche intoppo con alcuni cavalli, volevo correre un po’ di più. Mi sono dovuto arrangiare con quelli che erano a scuderia facendo il massimo. Ho corso più che altro usando gli appuntamenti come allenamenti per me stesso, per fare simulazioni che mi servivano con i cavalli, a partire dal canape. Non mi sono voluto certo nascondere, pensando piuttosto solo a migliorarmi e non al fatto che dovevo per forza far vedere qualcosa».

La maglietta porta-fortuna di Vittoria ’Super babbo’?

«Nei giorni del Palio di solito me la metto, solo che a forza di lavarla s’è ristretta. Vedremo se la sostituisco con un’altra».

Le Contrade come si sono comportate con te durante l’inverno?

«Ho sempre avuto incontri abbastanza frequenti e costanti, un po’ con tutti. Qualche rapporto nuovo, altri più consolidati. Non mi posso lamentare».

La Civetta potrebbe essere un’opportunità?

«Potrebbe, come del resto altre Contrade».

Com’è andata l’estrazione?

«Ne hanno tirate su tre, se non ricordo male!»

Lotto livellato oppure più in alto?

«Ho imparato, da qualche tempo a questa parte, che sul fronte cavalli è inutile fasciarsi la testa, specie in questa fase. Alle previsite può succedere sempre qualcosa non messo in conto, poi ci sono notte e tratta, fino all’ultimo può cambiare la situazione. Essendo in una fase della carriera dove non posso influire su questo, è un argomento da cui mi tengo lontano. Scelgano le dirigenze in base alle strategie che non vengono certo influenzate dall’indice di gradimento su certi soggetti da parte del Coghe».

Con la rivale in Piazza hai vinto il Palio: nessun problema a montare con l’avversaria sul tufo.

«Una domanda più vecchia del cucco, mi suona quasi strana perché alla fine a Siena abbiamo più Contrade con la rivale che senza. Quando un fantino va a cavallo non deve stare troppo a pensare, soprattutto uno come me che deve affermarsi. La vittoria con l’avversaria in Piazza dà una bella sensazione».

Fioretto fatto?

«Per il momento no. Sono variabile come il tempo».

Un consiglio di tua moglie Camilla?

«Me ne dà tanti e la maggior parte delle volte buoni. Spesso la risposta agli interrogativi è molto più semplice di quanto non sembri. Il suo carattere concreto è di aiuto».

La notte e la Tratta a cavallo?

«Un passo alla volta. Intanto ci sono le previsite e porto Dolcecomelanutella. Se la cavalla andrà avanti farò le mie valutazioni. Vivo il presente, non vado avanti di un giorno in più rispetto al necessario».