PINO DI BLASIO
Cronaca

Palio, Tittia nella leggenda degli invincibili. E col fantino dei record trionfa la Selva

Giovanni Atzeni, sardo tedesco, taglia così il traguardo della decima vittoria, la quinta consecutiva

Palio, Tittia nella leggenda degli invincibili. E col fantino dei record trionfa la Selva

Siena, 3 luglio 2023 - Nell’anno dei record infranti in tutti gli sport, Lebron James che batte il record di punti in Nba, Mikaela Shiffrin che supera Stenmark per vittorie in Coppa del mondo di sci, Djokovic che è l’uomo che ha vinto più tornei Slam nel tennis, Cristiano Ronaldo re del gol di tutti i tempi nel calcio, il Palio si adegua alla legge degli invincibili. Dimenticandosi di essere più gioco che sport, di avere regolamenti e consentire anche digressioni illegali altrove, patti segreti tra fantini e Contrade, alleanze e tradimenti continui.

Giovanni Atzeni, in arte Tittia, conquista la sua decima vittoria in 36 Palii corsi, come Biggeri, fantino a cavallo tra il ’700 e l’800. E’ la sua quinta consecutiva. Nonostante i quattro Palii cancellati, nel 2020 e nel 2021, per colpa del Covid. Mai nessuno ci era riuscito nei secoli. La copertina è imperiosamente sua. Avrà i colori della Selva, la contrada che ha montato Tittia. O meglio, la contrada che ha avuto in sorte Violenta da Clodia, l’unico cavallo che Tittia voleva montare. A voler essere severi, il Palio di Provenzano aveva il suo finale scritto alle 13,30 del 29 giugno. Quando il sindaco Nicoletta Fabio ha estratto per primo il numero di Violenta e poi lo ha abbinato alla Selva. Gli altri nove cavalli erano di contorno, alcuni servivano a Tittia per affidarli ai fantini amici. Come Brigante nell’Onda su Viso d’Angelo o Scangeo nell’Aquila su Veranu.

Onore a Tittia, fantino sardo tedesco, ribattezzato il Kaiser per il controllo ferreo che ha sulla sua rete di fantini, proprietari di cavalli e Contrade. Rendiamo omaggio all’amico di sir Frankie Dettori, fantino che ha vinto tutto negli ippodromi di tutto il mondo, amico della regina Elisabetta, che ieri era a Siena perché sapeva che Giovanni Atzeni avrebbe vinto per la decima volta. E sicuramente è andato a festeggiarlo in Vallepiatta, la sede della Contrada della Selva.

In alto le bandiere anche per la Selva, che ha vinto il suo 18° Palio dal dopoguerra. Che festeggia dopo aver vinto il 16 agosto del 2019, con Remorex e, ça va sans dire, con Tittia, che però in quell’occasione cadde e si limitò a lanciare alla vittoria il cavallo scosso. Fa albo d’oro anche quel trionfo, però.

La legge del Palio recita che nove volte su dieci il cavallo più forte e il fantino più forte vincono la Carriera. Poi c’è il fato, l’ordine della mossa, l’imponderabile che può accadere tra i canapi o nel corso dei tre giri nell’anello di tufo di Piazza del Campo. Violenta da Clodia non aveva rivali, era nettamente il più forte del lotto dei dieci cavalli. Eppure il fato, ieri sera, aveva provato a intralciare il piano perfetto disegnato da Tittia. Il mossiere Ambrosione chiamava tra i canapi nell’ordine Onda, Torre, Selva, Istrice, Drago, Tartuca, Aquila, Nicchio, Giraffa e Chiocciola di rincorsa. Ecco la variabile che poteva far saltare il teorema: nella Chiocciola c’era Scompiglio, cinque Palii vinti compreso il ’cappotto’ nel 2016 con la Lupa, che montava Anda e Bola, un esordiente di prospettiva. Per oltre mezz’ora Scompiglio ha fatto girotondi attorno al verrocchino, cercando di beccare fuori posto sia la rivale Tartuca che il rivale Tittia. Un balletto che ha innervosito più la gente in Piazza che i cavalli tra i canapi. Perché, quando la Chiocciola è finalmente entrata, la Selva è partita prima, inseguita da Torre, Onda e poi le altre. Gira prima a San Martino, poi al Casato davanti a Torre e Giraffa. Al secondo San Martino cade Brigante nell’Onda su Viso d’Angelo, l’ultimo giro e mezzo è un duello a distanza tra Tittia e la Selva, e la Torre con Gingillo (3 Palii vinti all’attivo) e Zio Frac. Sembra la replica perfetta del Palio d’agosto dell’anno scorso. Tittia vinse nel Leocorno con Violenta da Clodia. Sono passati 11 mesi, è cambiato solo il giubbetto della Contrada. E fa festa la Selva.