Il caro affitti è sempre stato un tema da affrontare nell’anno della pandemia che mette negozi e locali davanti a casse più leggere e in alcuni casi costringe a chiudere l’attività. Ma il punto è che la crisi attuale non solo ha amplificato le criticità, ma ha ampliato anche il concetto di ’caro’, facendo entrare in questa categoria anche ciò che prima ne rimaneva fuori. Succede quindi che da una parte il lavoro si riduce a furia di restrizioni e chiusure, dall’altro aumentano le spese ordinarie che pur inalterate, appaiono più pesanti. È il caso, per esempio, dell’attività di cui Paolo Capponi è proprietario da oltre 10 anni. Un bar pizzeria a Quercegrossa che senza compleanni, cresime o cene fra amici, va avanti a suon di pizze d’asporto, con una mole di lavoro ridotta al 20% e personale dimezzato perché i dipendenti costano. "Quello che si guadagna serve a pagare le utenze e l’affitto – racconta – oggi anche 1300 euro pesano tanto e fanno la differenza".
CronacaPaolo Capponi: "Vivo solo con l’asporto"