REDAZIONE SIENA

Pari opportunità, al via il progetto ’Peace 2’

Azioni a 360 gradi: dai bilanci di genere all’educazione alle differenze nelle scuole

Azioni a 360 gradi: dai bilanci di genere all’educazione alle differenze nelle scuole

Azioni a 360 gradi: dai bilanci di genere all’educazione alle differenze nelle scuole

‘Peace’ significa ‘pace’. E anche ‘Progettare e Animare Comunità Educanti’. E’ così che si chiama il progetto promosso dalla Provincia di Siena e finanziato dalla Regione nell’ambito del rifinanziamento della legge regionale ‘Cittadinanza di genere’ (I.r. 16/2009). Un percorso, triennale, con una dotazione di 471mila euro, che promuove la cultura delle pari opportunità. Due le direttrici: la redazione di bilanci di genere, da parte delle amministrazioni di Chianciano Terme, Chiusi, Poggibonsi, San Gimignano, Siena e Sinalunga e laboratori nelle scuole che vedranno coinvolti fino a 10mila studenti, con la collaborazione del terzo settore, dei centri antiviolenza e della Fondazione Musei Senesi. "E’ un progetto importante – ha detto la presidente della Provincia, Agnese Carletti – che coinvolgerà gli istituti dell’infanzia e di primo e secondo grado, e le pubbliche amministrazioni. Hanno aderito tutte le scuole del territorio provinciale: crediamo che in questi tre anni possiamo portare avanti un lavoro particolarmente rilevante per favorire una cultura in cui la parità di genere non è un miraggio, ma una condizione assimilata. Un’ambizione che questa Provincia porta avanti con fermezza". Si chiama ‘Peace 2’ il progetto. "Ne sono orgogliosa – ha commentato l’assessora regionale alle Pari Opportunità, Alessandra Nardini –. Nel 2022, partimmo con un bando ‘sperimentale’: mantenendo la promessa di rendere strutturale e continuativo il finanziamento, oggi presentiamo questo secondo bando, di 5,7 milioni, a livello regionale. L’obiettivo è destrutturare i pregiudizi, gli stereotipi, i ruoli di genere, è sconfiggere e sradicare la cultura patriarcale che, a dispetto di ciò che sostiene il ministro Valditara e non solo lui, esiste ancora nel nostro Paese: noi donne la sentiamo sulla pelle, nelle discriminazioni che siamo costrette a vivere, come nell’ambito lavorativo, in cui veniamo pagate meno dei maschi, in cui fatichiamo ad affermarci in ruoli apicali o in alcuni settori. Senza dimenticare il drammatico fenomeno della violenza. Se vogliamo davvero cambiare la cultura del nostro Paese e vincere questa battaglia di giustizia sociale e di crescita economica, dobbiamo partire dall’educazione".

Angela Gorellini