Benedetto Parisi, è stato eletto nuovo presidente della delegazione Cesvot di Siena, in rappresentanza di tutte le 829 realtà del terzo settore del territorio.
Qual è oggi il ruolo del volontariato?
"Ha assunto sempre una funzione di primissimo piano dal punto di vista sociale per i rapporti che riesce a dispiegare su tutto il territorio, e in particolare lo ha in questo momento. Durante la pandemia siamo riusciti a lenire i problemi delle nostre comunità, ancora oggi non possiamo dire che ne siamo completamente usciti, ma speriamo".
L’emergenza sanitaria sembra finita, ma ci sono nuove emergenze da affrontare.
"Noi vogliamo mettere sempre la nostra buona volontà, il desiderio di fare: dare una mano e portare un sorriso. Sono nate nuove problematiche, che si sono aggiunte a quelle che c’erano già: le difficoltà si sono triplicate, sono venute fuori in maniera dirompente nella loro drammaticità la solitudine degli anziani e il disagio dei giovani".
Cosa può fare il mondo del terzo settore che Cesvot unisce?
"Dovremmo essere non solo volontari, ma avere anche la capacità di capire, insieme a tutti i nostri iscritti, cosa possiamo fare di meglio e di più qualificante per dare risposte alle associazioni e quindi alla società. Dovemmo cercare di capire le nuove problematiche e riflettere sul valore della nostra missione: in alcuni momenti riusciamo a coinvolgere i giovani, in altri meno".
C’è una crisi di vocazione?
"Le associazioni riferiscono la mancanza di volontari. Dobbiamo cercare di avvicinare i giovani a questo mondo: sono sicuro che non hanno problemi a darci una mano, dobbiamo solo cercare la chiave giusta, per trovare il giusto equilibrio tra il giovane che deve fare la sua vita sociale e il giovane che fa la sua vita sociale ma è disponibile a portare solidarietà a chi ne ha bisogno. Sono certo che sapremo fare quel passo che serve".
E con le istituzioni?
"Più siamo meglio è. Il Cesvot rappresenta i bisogni delle associazioni sul territorio, la collaborazione tra le associazioni è primaria. Ma non possiamo fare nulla da soli: è necessario avere rapporti con le istituzioni, altrimenti non potremmo fare quello che facciamo. Nel nostro territorio i rapporti con le istituzioni locali sono ottimi".
A fine mandato come vorrebbe che fosse la delegazione Cesvot?
"Vorrei avessimo un volontario in più: vorrebbe dire che siamo stati capaci di lavorare bene con le associazioni iscritte e il territorio".
Crede che sia importante fare un patto tra generazioni?
"Sarà un punto che il mio direttivo porrà come primario".
La presenza di Cesvot, attraverso le associazioni, è ben radicata sul territorio senese?
"La delegazione di Siena è molto rappresentava di tutta la provincia, anche dei piccoli comuni. Io per esempio vengo da Montepulciano".