L’incubo si è avverato per i 37 lavoratori di Pay Care: il 30 ottobre è scaduta la solidarietà, che era in vigore da tre anni, e all’orizzonte non si vedono nuove commesse in arrivo. L’allarme arriva forte e chiaro dal segretario della Fim Cisl, Giuseppe Cesarano, che tuona: "Sono finiti gli ammortizzatori sociali. Abbiamo avuto un incontro con la direzione aziendale, che ha annunciato che i lavoratori torneranno in attività a tempo pieno nei mesi di novembre e dicembre, per far fronte alla commessa ’Area’ della Regione Lombardia". Ma da gennaio in poi non ci sono prospettive né progetti di rilancio: "La commessa ’Area’ decade con l’anno nuovo – rimarca Cesarano – e Pay Care ha annunciato che, in assenza di nuovi committenti, è pronta a cedere tutte attività. In pratica, l’azienda non ha intenzione di rimanere a Monteriggioni". Di qui un incontro con i lavoratori martedì o mercoledì della prossima settimana: "Visto che hanno bisogno dei dipendenti a tempo pieno per questi ultimi due mesi – afferma il segretario della Fim Cisl – non escludiamo di entrare in assemblea permanente. Non è infatti possibile mandare a casa nell’anno nuovo 37 persone".
Da quando è iniziata la crisi, hanno scelto l’uscita volontaria dall’azienda 25 persone: "Abbiamo utilizzato il contratto di solidarietà per tre anni, ma i dipendenti continuano a lavorare una settimana al mese senza prospettive – ha ricordato Cesarano –. Siamo preoccupati, crediamo sia giusto coinvolgere le istituzioni e la Regione".
Nei mesi passati i lavoratori di Pay Care avevano dato vita a un presidio in Piazza Salimbeni, per tenere alta l’attenzione sulla vertenza. Il sindacato era stato ricevuto dal sindaco di Siena, Nicoletta Fabio, a cui era stata fatta presente la necessità di una commessa stabile. Palazzo pubblico aveva riunito le imprese del territorio a "un tavolo esplorativo finalizzato anche a capire se il tessuto economico sociale può dare una risposta in termini lavorativi ai lavoratori, analizzando quali figure professionali possano servire".
C.B.