Politiche attive del lavoro, incentivi all’esodo volontario e formazione per chi resta in azienda. Questi i temi trattati ieri durante un incontro tra il segretario della Fim Cisl di Siena, Giuseppe Cesarano (foto), e i vertici di Pay Care. Il faccia a faccia si è svolto a 24 ore di distanza dall’intervento del sindaco Nicoletta Fabio, che martedì ha interlocuito sia con l’azienda che con il sindacato.
Al leader della Fim Cisl Pay care avrebbe ribadito le attuali difficoltà, dovute all’assenza di una commessa in grado di saturare il sito di Monteriggioni. Di qui la disponibilità, su richiesta di Cesarano, a rimettere sul tavolo il discorso delle politiche attive del lavoro, affidando all’amministrazione comunale il ruolo di mediatore con gli imprenditori locali, al fine di verificare la possibilità di ricollocazione dei 44 dipendenti di Pay Care. L’azienda si sarebbe detta propensa anche a incentivare gli esodi volontari, che prevedevano nell’accordo originario raggiunto al Tavovo regionale di crisi, 28mila euro per ogni lavoratore. Infine sarebbe stata accolta anche la richiesta di fornire una formazione diversa da quella attuale ai dipendenti che decideranno di restare nel perimetro di Monteriggioni. L’obiettivo? rendere i dipendenti più spendibili in altri contesti sia all’interno che all’esterno di Pay Care. Il tutto, costruendo quindi un ventaglio di opzioni in attesa di commesse risolutive per la vertenza, commesse che tuttavia a oggi non sono presenti.
"Di base siamo tornati all’accordo originario – il commento di Cesarano – che prevedeva politiche attive del lavoro, incentivi all’esodo e formazione dei lavoratori. L’obiettivo finale in ogni caso è consentire a 44 famiglie di portare a casa lo stipendio". E infine: "Una cosa è certa: non ci possiamo permettere assolutamente la dismissione del sito di Monteriggioni".
Cristina Belvedere