"Questa è la città dove sono nato e dove ho avuto la possibilità di crescere e formarmi: sono felice di mettermi a sua disposizione". Al primo posto fra i destinatari di quella che sarà la sua azione politica e amministrativa se sarà eletto, il candidato sindaco di Colle del centrosinistra Riccardo Vannetti, che ieri si è presentato pubblicamente, mette dunque la sua città natale e il suo progresso civile, economico e culturale. "Una città – ha detto – di cui è necessario riscoprire il dna, la sua vera vocazione che è quella dell’operosità: in ogni ambito, industria, commercio, turismo, terzo settore... Colle deve tornare ad essere ‘attrattiva’, cioè capace di attirare interesse, risorse, impegno, investimenti, persone e abilità".
E anche se un programma articolato per capitoli non c’è ancora, almeno un punto Vannetti lo ha fissato: "Per centrare questo obiettivo, Colle deve essere ‘bella’: lo è già, intendiamoci, e molto, ma deve essere anche ordinata, pulita e accogliente. Se, ad esempio, un colosso della moda come Celine ha deciso di investire su Radda, è perché in Chianti c’è bellezza: non c’è nessun motivo perché la stessa cosa non possa succedere anche su Colle. Da alcuni giorni cammino per le nostre strade fotografando ciò che mi piace e ciò che non va e mi sono procurato un ricco dossier fotografico delle realtà in cui è necessario intervenire".
Il progetto politico di Vannetti è quello di un centrosinistra di chiaro stampo progressista, aperto al contributo di forze politiche, associazioni, imprenditoria, singoli cittadini che lo condividono: "Siamo aperti ad ogni contributo proveniente dall’ambito democratico e progressista – ha chiarito – Quanto al programma lo costruiremo giorno per giorno, la campagna elettorale è cominciata prestissimo e nei nove mesi che mancano al voto, parleremo con tutti e ascolteremo tutti, con sincerità e passione. Colle ha criticità, ma anche molti punti di forza che devono essere valorizzati e che noi intendiamo valorizzare: penso, per esempio, al fatto di essere ormai una città dove la multiculturalità è accettata, soprattutto in un sistema scolastico che avvantaggia i nostri ragazzi che domani saranno uomini e donne già capaci di lavorare fianco a fianco con persone di culture originarie diverse; penso ad un sistema produttivo in cui la manualità deve tornare ad essere centrale, perché non bisogna mai scordarsi delle mani e di ciò che sanno fare; penso ad una società che sembra piano piano disgregarsi, ma che ha già in sé tutta la forza e le potenzialità per ritrovare coesione". Alessandro Vannetti