Sono sedici le firma in calce alla lettera aperta alla segretaria nazionale Pd Elly Schlein, con la quale si chiede di riaprire i termini del congresso, dopo il pasticcio sulla consegna delle firme che ha causato l’esclusione di Piero Fabbrini, uno dei tre aspiranti segretari comunali. A sottoscrivere l’appello Piero Barazzuoli, Altero Borghi, Lorenzo Brenci, Giulio Carli, Francesco Caroni, Francesco Carnesecchi, Luigi Dallai, Piero Fabbrini, Guido Galgani, Ginevra La Russa, Guido Leoncini, Paolo Mazzini, Giulia Periccioli, Federica Scaglioso, Daniela Ugolini, Giovanbattista Zona.
"Chiediamo alla segretaria nazionale Schlein – si legge nella lettera – di intervenire quanto prima affinché si ripristinino le condizioni per la partecipazione di tutti alla vita del partito e di permettere il rinvio del congresso. Ciò potrebbe consentire di raggiungere l’obiettivo che il partito deve perseguire: l’individuazione di un candidato unitario e non imposto da una sola parte, a maggior ragione dopo due sconfitte che hanno consegnato alla destra il governo della città".
I candidati al momento sono Simone Vigni, già segretario comunale in passato, e Rossana Salluce, che per lunedì alle 18 al Circolo Pd Sant’Agostino in via di Città, ha annunciato l’iniziativa ’Incontriamoci! Per le persone, con le persone’, per sostenere la propria candidatura. Il percorso verso la scadenza del 30 novembre va dunque avanti, a meno che non trovi accoglimento la richiesta inviata alla segretaria nazionale.
"Dopo la sconfitta elettorale e la nomina del commissario Marco Sarracino, a cui riconosciamo il merito di aver lavorato per una soluzione unitaria – si legge ancora nel documento – ci siamo impegnati per ricostruire la comunità del Pd. Abbiamo partecipato con spirito unitario al tentativo di costruzione di un nuovo gruppo dirigente".
Per i sottoscrittori, espressioni di varie componenti del partito, la maggioranza Pd uscita dall’ultimo congresso - al netto dei mille riposizionamenti di questi anni - "malgrado la sconfitta alle ultime elezioni amministrative, persevera nella volontà di imporre scelte unilaterali, come testimoniato dalle candidature presentate alla segreteria dell’Unione comunale".
Il timore, anzi la "forte preoccupazione" è per "il ritorno a una situazione divisiva e perdente come quella degli ultimi anni. Abbiamo tentato di riaprire il tavolo del dialogo presentando candidature di servizio (leggi Paolo Mazzini ndr), pronte a lasciare il passo per soluzioni condivise. Ciò non è servito e la nostra proposta è stata esclusa per una discutibile interpretazione del regolamento, malgrado lo stesso commissario avesse auspicato l’ammissione di tutte le candidature dicendo: “Spero che nessuno si impicchi a cavilli burocratici”".
Il riferimento è alla candidatura di Piero Fabbrini, su cui era confluito anche Paolo Mazzini, che non è stata ammessa perché le firme a supporto sono state presentate per una manciata di minuti oltre il termine consentito. Ora si afferma che "per rigenerarsi il Pd di Siena deve tornare ad avere proposte per la città. La strada dell’Aventino non ci appartiene e rimaniamo disponibili a soluzioni unitarie. Rimaniamo in attesa della risposta che, se positiva, riaprirà una stagione di positivo confronto".
O.P.