“Amor ch’a nullo amato amar perdona” è un famoso verso del canto V dell’Inferno. Con Francesca Da Polenta Dante inizia tre incontri, nei regni che visita, con donne che hanno subito violenza. Fa riferimento a due tipi di violenza, psicologica e fisica.
Pia de’ Tolomei e Francesca, la prima nel Purgatorio la seconda nell’Inferno, vengono uccise dai familiari, mentre Piccarda Donati è un esempio di violenza psicologica. Dante esprime le sue emozioni quando, ascoltato il racconto di Francesca, sviene: anche se la colloca nell’Inferno, ha compassione e mostra così una forte sensibilità rispetto alla sua epoca. Difatti le donne, a quei tempi, indipendentemente dal ceto sociale, erano sottomesse dagli uomini e oggetto di scambio per interessi. Non solo, si deduce dalle parole di Pia che era stata dimenticata dalla famiglia: infatti chiede a Dante stesso di ricordarsi di lei quando tornerà nella vita terrena. Di solito le donne neanche apparivano nei registri dell’epoca, anche di questi personaggi sappiamo poco. Piccarda (Paradiso) fu costretta dai fratelli a lasciare il convento e sposare Rossellino della Tosa: un accordo, ma forse si ammalò di lebbra e conservò la verginità morendo pochi giorni dopo le nozze. Certo è che la sensibilità di Dante stupisce ancora una volta.