Umilia e picchia la moglie, poi la spinge nella cuccia del cane. Denunciato

Dopo l’addio la tormentava di messaggi. Le aggressioni anche davanti ai figli

Dopo l’episodio del novembre scorso aveva deciso di chiudere la convivenza. Per la donna una prognosi di 15 giorni

Dopo l’episodio del novembre scorso aveva deciso di chiudere la convivenza. Per la donna una prognosi di 15 giorni

Siena, 25 ottobre 2024 – Maltrattata. Umiliata per mesi. Costretta persino ad uscire in strada senza vestiti, indossando solo mutande e canottiera. Come se fosse stata una poco di buono. Quella l’accusa che un uomo ha rivolto per mesi alla moglie, picchiandola e buttandola persino sopra la cuccia del cane. Imponendole di mettersi a quattro zampe. Lei l’ha denunciato e portato davanti al giudice, attraverso il suo avvocato Manfredi Biotti. Ieri l’udienza dal gup Sonia Caravelli (la parte offesa era presente) che ha rinviato l’udienza di una settimana: possibile il patteggiamento o, comunque, un rito alternativo.

Quello descritto dalla donna è un incubo. L’inferno in terra. Fatto di botte, offese e minacce, anche ai suoi figli, entrambi minorenni. Oltre un anno, sono durate, secondo l’accusa. Iniziate nell’estate 2022 e proseguite fino al gennaio scorso. Le diceva che valeva niente e di essere una donna a dir poco disinvolta. Questo il canovaccio, stando agli elementi raccolti dalla procura, attorno al quale è ruotata la sua esistenza. L’aveva afferrata per il collo, schiaffeggiata e presa a calci. Un maltrattamento continuo, avvenuto anche di fronte ai figli. E quando uno di questi aveva cercato di aiutarla, visto che il patrigno l’aveva picchiata facendola cadere, aveva preso per il collo anche il ragazzo. Troppo da sopportare. Un crescendo di comportamenti da far tremare i polsi, anche se il difensore dell’uomo, l’avvocato Lorenzo Paterniti del foro di Arezzo, delinea un’altra storia.

Era stato tremendo quanto avvenuto nel novembre scorso mentre si trovavano in vacanza. la lite, la furia dell’uomo che aveva spaccato piatti, afferrandola per i capelli e tirandole via gli indumenti in modo che restasse solo con quelli intimi.Umiliandola perché l’aveva costretta ad uscire in strada e camminare. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, se n’era andata. E allì’ospedale le avevano dato due settimane di prognosi per i traumi riportati. Ma lui non si era dato per vinto iniziando a mandarle messaggi telefonici. Una miriade. Per offenderla e minacciarla anche di fare una brutta fine. Lei si è ribellata. Con forza. per la sua dingità, per i figli. Perché non deve accadere più.

La.Valde.