Nel primo decennio del ‘900 Radicondoli contava circa 4.000 abitanti. Poi l’industrializzazione e il conseguente abbandono della campagna diedero l’avvio ad un progressivo spopolamento che all’inizio degli anni 2000 aveva fatto scendere a 900 il numero di residenti. Una discesa lenta, ma costante, che sembrava inarrestabile. Sembrava, appunto, perché dal 2019 è iniziata l’inversione di tendenza, con il battesimo del progetto ‘WivoaRadicondoli’ e un approccio al problema tutto nuovo, basato sul concetto di redistribuzione delle risorse (in gran parte geotermiche) perché piccolo non fosse più solo bello, ma anche conveniente.
Strumento primario dell’operazione (oltre alla riqualificazione urbanistica) i contributi pubblici, per convincere chi c’era a non andarsene e per invogliare chi non c’era ad arrivare a Radicondoli per viverci. Contributi per tutto, per acquistare casa, per la scuola e l’Università, per i pendolari (non solo dipendenti, ma anche artigiani, commercianti, partite Iva), per allacciarsi al teleriscaldamento e per acquistare carburanti fossili per chi ancora non è allacciato, per la fibra ottica, per l’apertura di nuove imprese e il sostegno a quelle esistenti...
I risultati non si sono fatti attendere: in soli 5 anni la popolazione è aumentata di oltre 60 unità, sono state aperte 17 nuove attività imprenditoriale e, caso più che raro fra i piccoli Comuni, sono aumentati anche i bambini in età scolare, 67 nel 2024-25 contro i 61 dell’anno precedente.