LAURA VALDESI
Cronaca

Pitbull senza controllo sbranano cane: “Erano scatenati, un grande spavento”

Paolo Rappuoli racconta i momenti di terrore a Pianella. “Stavamo passeggiando, sono arrivati da dietro”. Marito e moglie poi in ospedale: “Io avevo il cuore che batteva a mille mentre lei un buco nella mano”

La signora Tiziana con i due levrieri

La signora Tiziana con i due levrieri

Siena, 22 settembre 2024 – “Poteva accadere qualcosa di molto più grave, se ci ripenso a mente fredda mi vengono i brividi”, dice Paolo Rappuoli con la voce segnata da 24 ore terribili. Iniziata con l’aggressione di quattro pitbull ai due cani che erano con lui e la moglie. “Uno l’hanno sbranato, l’altro lo stiamo ancora cercando”, aggiunge l’uomo, 77 anni, che è stato anche assessore comunale a Gaiole in Chianti. Non ha smesso un attimo di setacciare, insieme alla moglie, le campagne intorno a Pianella e anche la zona di Pievasciata dove, racconta, il levriero spagnolo è stato segnalato dal gps del collare alle 13.30 di venerdì. Poi è svanito nel nulla. “Anche perché, nonostante il progresso tecnologico, nel Chianti ci sono ampie zone dove manca il segnale”.

L’odissea inizia a Pianella.

“Con mia moglie eravamo andati a San Sano a vedere come progredivano i lavori della nostra casa. Di ritorno, come successo anche altre volte, ci siamo fermati a passeggiare con i cani sulla strada che porta alla cava di ghiaia. Intorno ci sono gli orti, passano anche le auto. Ma quando è accaduto tutto, intorno alle 12.15, non c’era un’anima”.

I suoi levrieri erano al guinzaglio?

“Non si possono tenere liberi, li aveva entrambi mia moglie. All’improvviso sono arrivati di corsa i quattro pitbull alle nostre spalle, me ne sono accorto perché ero leggermente girato. Miravano i nostri levrieri”.

Si sono avventati contro i due cani.

“Esatto. Nella concitazione mi sono anche impigliato con il guinzaglio, cadendo in terra. Per un attimo ho temuto che rivolgessero la loro aggressività verso di me. Invece hanno preso Duende, che ha 12 anni, massacrandolo”.

Ha provato a fermarli?

“Gli ho assestato dei colpi sulla testa perché mollassero la presa. Inutile. Ad uno, visto che avevano trascinato il levriero in un rigagnolo che scorre lì accanto, sono riuscito a tenere la testa sotto l’acqua per qualche secondo: inutile anche questo. Erano scatenati. Avevano solo una mira: uccidere”.

Nessuna macchina, nessuna persona in quel momento che potesse aiutarvi?

“Eravamo soli. Quando hanno finito il lavoro, due pitbull sono spariti, uno è rimasto un attimo lì per poi allontanarsi. Ho chiamato subito il 112, sono arrivate due volanti della polizia. Cercavo il supporto dell’ambulanza veterinaria ma neppure l’ombra: così ho caricato il levriero, seppure massacrato, in macchina dirigendomi alla clinica a Montarioso. Gli hanno fatto una flebo dicendomi subito che non c’era niente da fare. Dopo un’ora e mezzo è morto. Indescrivibili le ferite, come se fosse stato sbranato da una tigre. Gli hanno anche aperto la gola”.

La polizia ha svolto accertamenti sui pitbull.

“Sì, hanno un proprietario gli animali. Quanto a noi formalizzeremo al massimo domani la denuncia”.

Siete andati in ospedale?

“Io avevo il cuore a duemila, mia moglie un buco in una mano che le è subito gonfiata. Probabilmente causato dal canino di un pitbull nei momenti di concitazione. E’ andata a finire bene per noi ma se ci fossero stati due bambini piccoli? Cosa sarebbe potuto accadere? E’ una questione di incolumità pubblica. Se ci penso a mente fredda, ci potevano sbranare. Come hanno fatto con il levriero di 12 anni mentre l’altro, Klaus, che ne ha 11, chissà dov’è. Magari è ferito”.