Polverone su Gasparro: "Ha propagandato idee fondate sull’odio razziale"

L’artista è imputato in un processo a Bari, comunità ebraica e rabbino di Roma sono parte civile. Tutto ruota intorno alla sua opera sul ’Martirio di San Simonino’.

Polverone su Gasparro: "Ha propagandato idee fondate sull’odio razziale"

Polverone su Gasparro: "Ha propagandato idee fondate sull’odio razziale"

Avrebbe propagandato idee fondate sull’odio razziale antisemita, sostiene la procura di Bari. Ed il reato sarebbe stato commesso pubblicando sul suo profilo facebook 21 foto. Immagini dell’opera dal titolo ’Martirio di San Simonino da Trento per omicidio rituale ebraico’. Seguite da una pioggia di commenti sui social alcuni dei quali, secondo quanto ravvisato dagli inquirenti, dal chiaro contenuto antisemita. Imputato nel processo – la prossima udienza ci sarà il 31 ottobre – davanti al tribunale di Bari è il pittore del Drappellone di Provenzano, Giovanni Gasparro.

Il suo Palio, poi vinto dall’Onda, è stato accolto dall’ovazione dei senesi. Che l’hanno ritenuto uno dei più belli realizzati negli ultimi anni per l’impronta mistica che racchiude. Di come l’ha pensato e studiato, dei modelli in carne ed ossa che ha utilizzato per dipingerlo, Gasparro ha ovviamente parlato diffusamente nei giorni senesi. Ma la vicenda giudiziaria è un’altra cosa. Riguardo all’attuale polverone sulla vicenda – che risale al marzo 2020 ed era in realtà già stato sollevato all’epoca in cui dipinse l’opera – per il momento preferisce non parlare. Ma lo farà a breve. Il reato che viene contestato dalla procura (la richiesta del rinvio a giudizio è del settembre 2021) è il 604 bis. Nel caso specifico, come detto, la presunta propaganda di idee fondate sull’odio razziale antisemita che ovviamente Gasparro, il quale non ha mai fatto politica e si è sempre definito un pittore cattolico, respinge al mittente. Come aveva del resto già fatto quando il caso era finito all’attenzione dell’allora coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Milena Santerini.

Il ’Martirio di San Simonino da Trento’ è l’oggetto del contendere in questo caso giudiziario che vede parte civile, attraverso l’avvocato Roberto De Vita, la comunità ebraica di Roma ed il rabbino capo Riccardo Di Segni. Proprio a quest’ultimo, nel marzo 2020, erano arrivate segnalazioni sull’opera di Gasparro pubblicata su Facebook. Unitamente alle foto del dipinto che, secondo appunto la parte civile, fa riferimento ad una vicenda, quella dei presunti omicidi rituali ebraici, che sarebbe una ’fake news’ la cui attendibilità storica è stata smentita. Di più. La Chiesa, sulla base del Concilio Vaticano II (1962-1965) ha promosso, rivendica sempre la comunità ebraica, l’abolizione dei culti riconducibili ad episodi di presunti omicidi rituali.

Il dipinto raffigurerebbe, rileva la procura, l’omicidio di un bambino di Trento detto Simonino, che scomparve misteriosamente nel marzo 1475 e fu poi trovato senza vita, ferito al costato. Intorno a lui membri della comunità ebraica che raccolgono il sangue del piccolo il quale, secondo la credenza, si usava per scopi magici e religiosi. Un’opera dunque che raffigura, si contesta, la credenza antisemita per cui gli ebrei avrebbero fatto sacrifici dei piccoli cristiani. Fra le accuse di cui Gasparro deve rispondere in tribunale anche le risposte ad alcuni post di commento alla pubblicazione del suo dipinto che avvalorerebbero l’ipotesi accusatoria.

La.Valde.