REDAZIONE SIENA

Ponte sulla Cassia ‘fermo’. Dopo quasi quattro anni non si vedono svolte vicine

I cittadini di Bellavista si sentono presi in giro e soprattutto abbandonati. L’isolamento prolungato della frazione ha determinato la perdita di servizi.

E’ dall’ormai lontano 25 settembre 2021 che il Ponte sulla Cassia è chiuso e non ci sono certezze sulla data di riapertura

E’ dall’ormai lontano 25 settembre 2021 che il Ponte sulla Cassia è chiuso e non ci sono certezze sulla data di riapertura

"Lavori aggiudicati, ma non sappiamo ancora quando avranno inizio. E intanto sono passati quasi tre anni dalla chiusura del ponte sulla Cassia". Non si fermano certo in coincidenza delle ferie, le lamentele degli abitanti di Bellavista. Una comunità costretta ormai a basarsi su un "prima" e su un "dopo", dato che il 25 settembre 2021 dello stop alla circolazione dei mezzi rappresenta lo spartiacque in ogni pensiero o ragionamento di residenti e commercianti. In mezzo a tutti i problemi che mai hanno smarrito di attualità, dall’isolamento della frazione alla perdita di servizi essenziali. "La chiusura della tabaccheria, per esempio, ha rappresentato un duro colpo per la popolazione - si spiega da Bellavista, da parte di persone in là con gli anni o prive di auto - perché per tante operazioni ci dobbiamo spostare a Poggibonsi. Non abbiamo uno sportello bancomat. E non è che i collegamenti del trasporto pubblico locale siano ottimali. Anzi, in alcuni casi gli orari appaiono penalizzanti". Attività hanno visto decrescere il "giro". Come "Le delizie di Vasco", il panificio che ha sede appunto sulla Cassia. "Un luogo di passaggio per definizione, il nostro - affermano dal bancone del forno - ma con l’interruzione è cambiato tutto. E non in meglio, purtroppo". A farsi portavoce del disagio è Maria Pica: "Da attivista e da cittadina mi sono fatta promotrice di iniziative per portare all’attenzione delle istituzioni le esigenze della realtà locale. Ho chiesto un ulteriore appuntamento alla Provincia, ma ad ora non ho avuto risposte. Un ente pubblico dovrebbe aggiornare i residenti. Si possono capire le lungaggini burocratiche, non il silenzio di chi amministra un territorio. Non escludo il ricorso a forme di protesta". Dalla merceria di Bellavista, Maria Ferrara espone la sua situazione: "Le tasse aumentano e il lavoro diminuisce. Fino a qualche tempo fa, servivo clienti da Staggia e da Castellina Scalo. Ma adesso? Ho fatto presente il quadro alla sindaca Cenni, in una telefonata. Si è mostrata disponibile, mi ha ascoltata. C’è bisogno dei piccoli negozi, anche come riferimento per persone di una certa età che vivono da sole". Un baluardo è la farmacia Fabbrini: "Siamo diventati un luogo di nicchia, da zona di passaggio. E questo aspetto è limitante. Ma il nostro servizio lo offriamo, all’occorrenza anche consegnando i medicinali a casa. Così non perdiamo di vista l’idea di andare incontro alle necessità della gente, come in una vera comunità solidale".

Paolo Bartalini