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Portanova, giustizia sportiva sospesa: "Dopo tre anni torno a sperare"

Il giocatore della Reggiana rischiava fino alla radiazione ma la Corte Figc aspetterà la sentenza definitiva. Scrive sui social: "So che non è la vittoria della guerra ma combatterò con tutte le forze. Non mi arrendo".

Portanova, giustizia sportiva sospesa: "Dopo tre anni torno a sperare"

di Laura Valdesi

Rischiava fino alla radiazione il calciatore Manolo Portanova, in prestito dal Genoa alla Reggiana che milita in serie B. Ma la Corte federale d’appello ieri ha deciso di sospendere il giudizio "sino alla formazione del giudicato in sede penale". Vuol dire che la giustizia sportiva prima di pronunciarsi attenderà che quella ordinaria abbia terminato il suo corso. Prima si dovrà dunque celebrare il processo di appello a Firenze (non c’è ancora la data) dopo la condanna a 6 anni con rito abbreviato di Portanova a Siena, accusato del presunto stupro di una studentessa nel 2021 in un appartamento vicino a Piazza del Campo, insieme allo zio, ad un minorenne e ad un amico per cui è tuttora in corso il dibattimento. E poi, qualora ci fosse l’impugnazione di una delle parti in Cassazione si dovrà attendere anche il terzo grado di giudizio con il verdetto passato in giudicato. Definitivo, insomma. Solo in questo momento si riaprirà il capitolo giustizia disciplinare sportiva che è stato per adesso sospeso dopo la decisione della Corte federale di appello della Figc a sezioni unite, presieduta da Marco Lipari.

"Oggi per la prima volta dopo tre anni non mi sono sentito solo, per la prima volta si è riaccesa in me una piccola luce chiamata speranza; speranza nelle istituzioni, negli organi di giudizio e soprattutto speranza negli uomini perché nonostante il male che ho ricevuto e che sto continuando a ricevere io continuo a credere nel bene", ha scritto dopo il verdetto Manolo Portanova sul suo profilo Instagram. "Oggi per la prima volta dopo tre anni sono stato giudicato da delle persone che consapevolmente leggendo le carte non hanno potuto fare altro che assolvermi. So che questa non è la vittoria della guerra ma combatterò con tutte le mie forze e con ancor più speranza ottenuta dopo il risultato di oggi (ieri, ndr). Non mi arrendo", conclude il giocatore della Reggiana che si è sempre proclamato innocente. E che nel post parla però impropriamente di assoluzione. Di fatto, la scelta della corte Figc gli consente di continuare a giocare rimandando il giudizio disciplinare, come detto, fino alla sentenza penale definitiva.

"Non sono stati mesi facili per Manolo – spiega l’avvocato Flavia Tortorella che lo segue in ambito sportivo –, quando gli ho comunicato l’esito è scoppiato in un pianto liberatorio. Quello a cui è stato sottoposto è già il quarto grado di giudizio di un iter che è stato complesso Un’ulteriore impugnazione? Tecnicamente è possibile". L’udienza davanti alla Corte federale d’appello è durata circa due ore ieri mattina durante le quali l’avvocato Tortorella ha ribadito le richieste formulate di sospendere appunto il procedimento "in assenza di una foto definitiva del fatto storico", queste le parole dell’avvocato. La procura generale aveva confermato la richiesta di 5 anni di stop con proposta di radiazione. Portanova non era presente, è rimasto ad allenarsi a Reggio Emilia con la squadra.

"Prima vittoria amore, il mondo presto conoscerà la pura e unica verità. Fiera di te, di come stai affrontando un’accusa che non ti appartiene, sta scritta in quelle carte che non sono state viste. Ti amo figlio mio", commenta su Instagram la madre di Manolo, Antonia Langella. E anche il padre, Daniele, sempre al fianco del calciatore, l’ha incitato a lottare e ad andare avanti.