Portanova, la procura sportiva vuole ’squalifica con radiazione’

Depositato il ricorso. Il difensore Bordoni: "Termine per agire ormai scaduto"

Una squalifica di cinque anni con proposta di radiazione. Ad avanzare tale richiesta per il calciatore Manolo Portanova, che adesso gioca in serie B nella Reggiana, è stato il procuratore generale dello sport Ugo Taucer unitamente al procuratore nazionale, sempre dello sport, Marco Ieradi. Nuovo colpo di scena dunque nella querelle extra giudiziaria nata dopo la condanna del 6 dicembre scorso del giocatore a sei anni, con rito abbreviato, per stupro di gruppo. Per la cronaca, non è ancora stata fissata la data dell’appello.

Sul fronte sportivo si profila un braccio di ferro. Da un lato c’è la Figc che già nell’agosto scorso in merito al deferimento di Portanova aveva dichiarato il difetto di giurisdizione. Per la Federazione Portanova può infatti giocare, il fatto valutato in tribunale non riguarda la sfera sportiva. Concetto ribadito poi in modo definitivo dal tribunale di appello della Figc. Dall’altro lato c’è la procura generale dello sport che è tornata all’attacco della Federazione. Di qui il deposito, mercoledì scorso, del ricorso nei confronti del calciatore contro appunto la decisione della Corte federale di appello con cui era già stato respinto il reclamo proposto. Cosa si chiede al Collegio di garanzia? Di dichiarare nulla, inefficace e comunque di annullare o revocare o dichiarare priva di effetto la sentenza del 15 settembre. E di riconoscere ed affermare, dunque, la propria piena giurisdizione sui fatti oggetto del procedimento. Dichiarando quindi la responsabilità disciplinare di Manolo Portanova "con irrogazione... della sanzione della squalifica di anni 5 con proposta di radiazione – si legge nella comunicazione sul sito del Coni –, ovvero di quella diversa sanzione che dovesse essere ritenuta conforme a giustizia dal Collegio; ovvero, di disporre il rinvio alla Corte Federale di Appello, in diversa composizione, per un nuovo esame della fattispecie".

Relativamente alla mossa del Coni, il difensore del giocatore, l’avvocato Gabriele Bordoni, osserva: "Mi pare che vi siano due aspetti salienti. Si continua a perorare un intervento sanzionatorio senza considerare che il termine che la Procura Federale aveva per agire è perento da mesi e non può essere recuperato attraverso percorsi non consentiti dalla legge. In secondo luogo, insistere per affidare alla Giustizia sportiva la valutazione di fatti esterni allo sport ed ancora sottoposti alla magistratura ordinaria mi sembra un atteggiamento pericoloso ed irriguardoso verso il processo penale".

"Sono contento di questa decisione in quanto anche lo sport deve dare un segnale forte. E’ un modo per mandare un messaggio ai giovani - commenta invece l’avvocato Jacopo Meini che assiste la studentessa che ha denunciato lo stupro – che faccia comprendere loro i valori umani. Ogni volta che si parla della vicenda la vittima mi chiama e sento che sta malissimo, è un sofferenza che si porterà dietro tutta la vita".

Laura Valdesi