"Non sarà possibile, a breve e medio termine, garantire alcun turn over nelle strutture", annuncia la prefettura. Insomma, non c’è da attendersi che nei Cas si liberino posti. Su questo il messaggio è forte e chiaro. E il motivo semplice. Viene spiegato subito dopo. Al momento la prefettura accoglie circa 1100 ospiti all’interno dei Centri di accoglienza straordinaria della nostra provincia. "Di tali migranti – si chiarisce – circa 850 sono ancora in attesa di svolgere l’audizione presso la competente Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione". Dato, quest’ultimo, che appunto lascia intendere l’impossibilità, ha spiegato il prefetto Matilde Pirrera, di garantire nel breve periodo ricambio nei Cas.
L’inserimento di altri migranti in modo da garantire soluzioni per chi attualmente si trova ospitato in via Mascagni grazie al grande cuore dell’Arcidiocesi oppure alla Caritas. Dove, sabato sera, sono stati accompagnati prima una decina di migranti che, come denunciato da Anna Ferretti, alla fine sono saliti a diciotto. Quindi se ne sono aggiunti altri ancora. Una situazione insostenibile anche per chi sta mettendo tutta la buona volontà per tendere una mano a chi arriva in città per chiedere che venga riconosciuta la protezione. E’ solo allora, oppure in presenza di diniego a quest’ultima in via definitiva, che i migranti perdono il diritto all’accoglienza e devono lasciare le strutture dove sono temporaneamente alloggiati. Liberando spazi nei Cas.
Possibile che non si riescano a reperire altri immobili da adibire a Centri di accoglienza? Che non siano presenti altri spazi? Nel corso della riunione in prefettura è stato chiarito, sul tema dell’impossibilità del turn over, "che ha recentemente pubblicato diversi bandi di gara per la fornitura dei servizi di accoglienza. A fronte della ricerca di 1300 posti, nel tentativo di ampliare il sistema, sono pervenute offerte per soli 825 posti. Nonostante tale quadro di estrema criticità, ha comunque continuato ad accogliere i migranti provenienti dagli sbarchi ed assegnati, sulla base di piani di riparto regionale, dal Ministero dell’Interno, nonché quelli cosiddetti ’territoriali’". Vale a dire quanti si presentano spontaneamente nel Senese per poi formalizzare la richiesta di protezione internazionale alla questura.
"Da settembre alla data odierna l’Ufficio territoriale del Governo – ecco la cifra – ha accolto complessivamente 96 migranti ’territoriali’, di cui 8 già nel mese di dicembre". Il prefetto Matilde Pirrera, in una recente intervista a La Nazione, aveva evidenziato la difficoltà incontrata nel reperire immobili e spazi da adibire a centri di accoglienza, magari anche negli altri paesi della provincia. Al tavolo sedeva ieri Agnese Carletti per cui, alla luce di questa situazione di disagio, "ha chiesto alla presidente della Provincia di potersi fare parte attiva presso i sindaci affinché i Comuni possano rafforzare la loro collaborazione anche in questo settore. In particolare, il prefetto ha chiesto che gli enti locali valutino di mettere a disposizione del sistema di accoglienza beni immobili o anche aree pubbliche idonee ad essere attrezzate con moduli abitativi prefabbricati messi a disposizione dalla prefettura stessa". Vedremo se gli amministratori locali accetteranno l’apertura di Cas anche in altre zone, oltre a quelle dove già si trovano. Molti sono a Chianciano, per esempio, ma anche a Siena.
Il tema pakistani e migranti costretti a vivere in strada oppure ad essere accolti nella sede di Rifondazione o nelle strutture messe a disposizione dall’arcidiocesi appare dunque ancora lontano da una soluzione.