E’ ripreso il presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento Beko di viale Toselli. L’aria è molto tesa perché circolano indiscrezioni riguardanti proprio questa forma di protesta, che di fatto impedisce il transito dei camion per il carico e lo scarico delle merci. Secondo i rumors infatti, tutto ciò metterebbe a rischio la commessa Whirlpool di congelatori ’Nar’ destinati al Nord America. La multinazionale non conferma, ma trapelerebbe che questa eventualità potrebbe portare varie conseguenze: da un aumento dei giorni di cassa integrazione per i 299 operai (al momento sono una decina al mese) fino a un’ipotetica accelerazione della chiusura del sito di viale Toselli, annunciata il 31 dicembre. Ma i sindacati non ci stanno e vanno al contrattacco.
Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil di Siena, urla al telefono: "Durante le assemblee dei lavoratori l’azienda con un’azione di disintermediazione sindacale, è andata dagli operai creando momenti di tensione e scaricando su di loro la responsabilità dei giorni di cassa integrazione. Ai lavoratori è stato detto che il presidio può comportare la revoca della commessa di Whirlpool per il Nord America". Miniero è un fiume in piena: "Il comportamento e l’atteggiamento dell’azienda è grave di fronte alla lotta civile dei lavoratori, che lascia al gelo non autorizzando i gazebo chiusi offerti dal Pd". E ancora: "In modo meschino e irrispettoso Beko cerca di cavalcare il bisogno dei lavoratori per indebolire la lotta e il presidio – rimarca –. Bene, di qui ora non passerà più nessuno. Non diano a noi la responsabilità di quello che stanno facendo. Sono vergognosi".
Concorde Massimo Martini, segretario Uilm di Siena: "La partita sulle prospettive del sito di viale Toselli si gioca al tavolo ministeriale. Beko sta distruggendo una produzione già ridimensionata dalla mancanza di politiche commerciali di Whirlpool a sostegno del congelatore". E sulla commessa per il Nord America: "In realtà Beko teme l’arrivo dei dazi di Trump. Il rischio che il blocco dei tir porti un aumento dei giorni di cassa integrazione c’è, ma la prospettiva non è quella di 100 euro in più o in meno al mese. Per questo al tavolo a Roma chiederemo di costruire un percorso industriale nel tempo per cui il sito continuerà a essere operativo". E infine: "Il presidio è la base della vertenza (ieri sono stati ospitati gli studenti universitari di Cravos) e prevede il blocco dei camion – è la conclusione –. L’azienda si organizzi per il carico/scarico merci nei giorni lavorativi".
Il leader della Fim Cisl di Siena, Giuseppe Cesarano, è categorico: "Beko ha prevaricato i sindacati, andando a parlare direttamente con i lavoratori. Credo che il 29 gennaio sarà confermata la riunione al ministero alla presenza del ministro Urso: questo significa che c’è qualche elemento di novità. In ogni caso il presidio continua così come il blocco dei camion".