LAURA VALDESI
Cronaca

Presunto stupro, la difesa degli indagati: "Grave il processo sui mass media"

La campionessa che ha denunciato l’abuso: "Non riesco a dormire, non riesco a concentrarmi"

A condurre l’inchiesta sul presunto stupro di gruppo avvenuto a Chianciano durante un camp di scherma è il pm Serena Menicucci

Siena, 6 marzo 2024 – Denunciano "un processo mediatico" quando ancora nessuno ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari. E "chiedono attenzione e rispetto" in una vicenda dolorosa e delicata, i difensori dei due giovani atleti indagati per il presunto stupro di una campionessa della scherma che sarebbe avvenuto in un albergo di Chianciano, durante un campo estivo, fra il 4 e il 5 agosto scorso. Gli avvocati Enrico De Martino, Gian Paolo Del Sasso di Milano e Matteo Antonio Starace di Foggia sono intervenuti ieri sera dopo la pubblicazione dei nomi e della foto dei loro assistiti. Si tratta di Emanuele Nardella, 21 anni, che è cresciuto nel club Scherma San Severo, passando poi al Cs Dauno di Foggia e nel 2021 al Centro sportivo esercito , cosa di cui si era detto molto orgoglioso. "Far parte della grande famiglia del Gruppo Sportivo dell’Esercito non è facile: il monito, che rivolgo in primo luogo a me stesso, è quello di non arrendersi mai e di lottare giorno per giorno perché con la forza di volontà e lo spirito di sacrificio anche i sogni più ambiziosi possono avverarsi", le parole dell’atleta in una nota del Coni-Comitato regionale Puglia del 2021. Nardella è più che una promessa della scherma, già medaglia di bronzo lo scorso anno ai mondiali giovani e Cadetti. Si allena invece a Milano l’altro giovane atleta indagato, Lapo Jacopo Pucci, 19 anni, che ha partecipato ai mondiali under 20.

"Oggi sono stati pubblicati sulla stampa i nomi e le foto dei nostri assistiti – inizia la nota dei tre difensori –; a prescindere da come si concluderanno le indagini della procura della Repubblica – che, leggendo il suo comunicato, ha agito con solerzia e nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli attori coinvolti – è estremamente grave che un processo che involge tematiche così delicate si svolga sui mass media quando esistono strumenti giuridici e forme di tutela molto efficaci concesse dall’ordinamento. In sostanza, riteniamo che le questioni siano di merito e di metodo. Non possiamo che ribadire l’innocenza dei nostri assistiti i quali ribadiscono di non aver mai usato violenza a nessuno. Per quanto riguarda il metodo stiamo assistendo, nostro malgrado, ad un processo mediatico quando ancora nessuno (quanto meno la difesa degli indagati) ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari, unici elementi su cui si può svolgere un giudizio, ciò che svilisce la funzione forense: l’avvocato, in particolare deve ispirarsi a criteri di equilibrio e misura nei rapporti con gli organi di informazione e a tali principi ci vogliamo attenere".

Concludono i tre difensori degli atleti: "Riteniamo di non poter aggiungere altro in un contesto in cui si è addirittura arrivati a pubblicare foto e nomi di persone che ad oggi devono essere trattate da tutti come innocenti (quantomeno sino a una sentenza di condanna), che non sono neppure state oggetto di una qualsiasi misura cautelare e che dunque hanno pieno diritto, come tutti i cittadini, alla riservatezza, almeno sino alla conclusione delle indagini preliminari che, salvo particolari atti, si svolgono nel segreto istruttorio. Chiediamo dunque nuovamente attenzione e rispetto – nonché equilibrio e misura – in una vicenda delicata e dolorosa per tutti, in attesa dell’accertamento dei fatti da parte della magistratura".

"Sto cercando di non leggere le notizie che mi riguardano perché purtroppo mi fa male, malissimo. Rivivo la stessa angoscia. Mi guardo allo specchio e mi vedo come se fossi a pezzi, una persona danneggiata", ha raccontato in un colloquio con Il Messaggero la schermitrice 17enne (ora maggiorenne) che ha denunciato il presunto stupro. Dice di non riuscire a dormire, né a concentrarsi. "Come faccio a fare le gare se ci sono quei tre? Non posso salire in pedana e vedere di nuovo quelle persone", ha aggiunto la ragazza a Il Messaggero. L’avvocato che la assiste, Luciano Guidarelli, chiede anche alla luce della lunga nota della procura che rigetta l’accusa di "inerzia", "perché siano stati sequestrati solo due cellulari e non tre. Mi riferisco a quello del terzo ragazzo che viene messo fuori dalla lista degli indagati e a cui la mia assistita ha fatto riferimento". E ribadito che da parte della giovane campionessa di scherma "non c’è stato alcun consenso al rapporto" Guidarelli auspica "che non avvenga una vittimizzazione secondaria della persona che ha denunciato un abuso".