Processo al ’re’ dei locali di Piazza. Si ricostruisce l’impero di Bidilo. Compravendite e flussi finanziari

Prima udienza della vicenda che prende le mosse dai milioni arrivati a Siena dall’estero. Raffica di eccezioni: si decide il 10 ottobre. Il magnate rimette la querela nei confronti dei Maxim.

Processo al ’re’ dei locali di Piazza. Si ricostruisce l’impero di Bidilo. Compravendite e flussi finanziari

A sinistra Vieri Enrico Fabiani, avvocato di Bidilo (foto in alto); a destra il pm Siro De Flammineis

di Laura Valdesi

SIENA

"Un uomo molto ricco, milionario, decide per questioni varie che poi vedremo, di investire a Siena in attività commerciali e imprenditoriali", dice il pm Siro De Flammineis. Riferendosi a Igor Bidilo, il magnate kazako, diventato ’re’ dei locali di Piazza del Campo. Che intendeva espandersi ulteriormente, aggiunge il pubblico ministero parlando di "contesto unitario". E scatenando la reazione del legale del magnate Vieri Fabiani che, tra l’altro, mette sul piatto rogatorie internazionali non conosciute dalla difesa. "In 70mila pagine del fascicolo – dice più tardi a margine – iniziamo intanto a scoprire quello che non abbiamo". In aula il presidente del collegio Simone Spina aveva ’richiamato’ pm e avvocato: "Non è un battibecco, non siamo al supermercato". Uno spaccato che dà la temperatura del maxi processo originato dall’inchiesta ’Hidden Partner’ della guardia di finanza sugli affari, appunto, del magnate kazako. Ieri si è svolta la prima udienza del dibattimento che vede imputate dieci persone fisiche e 5 giuridiche per reati che spaziano, a vario titolo, dall’autoriciclaggio alla corruzione, dall’appropriazione indebita all’evasione fiscale. E’ stata interamente dedicata alle eccezioni preliminari che hanno richiesto oltre due ore prima che il collegio rinviasse al 10 ottobre quando si saprà se, e nel caso quali, sono state accolte.

Che sarebbe stata ’battaglia’ era scontato. Ad attaccare per primo l’avvocato Roberto Inches che difende Cataldo Staffieri chiedendo al presidente Spina di astenersi dal processo avendo partecipato al collegio del tribunale del riesame che aveva definito con un’ordinanza del maggio 2021 la richiesta avanzata da Staffieri. Spina non ravvisa alcuna "grave ragione di convenienza" a seguito della quale astenersi. "Formalizzerò l’istanza di ricusazione", ribatte subito l’avvocato Inches. In aula ci sono solo due imputati: Constantin Catalin Maxim e la moglie Nadia. L’arcano è presto svelato: è stata rimessa la querela nei loro confronti sia da Bidilo che da Sielna, ora denominata Faroalto (già formalizzata, quest’ultima, nell’udienza preliminare) per quanto riguarda i reati di infedeltà patrimoniale e appropriazione indebita. Remissione che entrambi, difesi da Fabio e Giulio Pisillo, hanno detto al collegio di accettare. Poi è ripreso il braccio di ferro: l’avvocato Mirko Guggiari ha sostenuto "la genericità e l’indeterminatezza" del decreto che dispone il giudizio mentre Giulio Pisillo "l’inutilizzabilità delle intercettazioni che riguardano i reati di corruzione perché non autorizzate dal gip ed effettuate sulla base delle autorizzazioni ottenute dal pubblico ministero per il reato contestato al solo Bidilo di autoriciclaggio. La Cassazione – si è argomentato – consente di usare autorizzazioni date per altri reati solo se c’è connessione forte e sostanziale tra questi ed i reati per cui non c’è stata specifica autorizzazione". I difensori sostengono infatti che fra autoriciclaggio e corruzioni non c’era alcuna connessione sostanziale trattandosi di questioni del tutto diverse e anche separate da una discreta forbice temporale. Al fuoco di fila si aggiunge la voce dell’avvocato Enrico De Martino che con il figlio Lorenzo assiste, tra gli altri, il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Caiata, l’ex giudice della sezione regionale della Corte dei Conti della Toscana Vincenzo Del Regno, il presidente della Camera di commercio di Arezzo e Siena Massimo Guasconi: "E’ nullo il decreto che dispone il giudizio" accennando a più riprese "a genericità e indeterminatezza". "Né a Tallin (in Estonia, ndr) nè a Ginevra si è mai proceduto nè per illeciti amministrativi, né di penale rilevanza", rivendica più tardi l’avvocato Fabiani puntando l’indice "anche sull’inammissibilità della lista dei testimoni del pm". La procura contesta a Bidilo un’evasione fiscale imponente, oltre 23 milioni per il 2014 e 12 milioni per il 2015. Gli altri imputati, a vario titolo, sono Simona Adurno, difesa dagli avvocati Alessandro Buonasera e Silvia Albani, Daniela Caiata assistita da Enrico De Martino che segue anche Maria Maiorano. Le cinque persone giuridiche sono appunto Sielna, Axiaservice, Taica, Soluzioni e Cm investimenti