di Pino Di Blasio
Il prefetto Maria Forte ha appena concluso la riunione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, convocato per affrontare il tema della presenza di extracomunitari in provincia e in particolare dei nuovi arrivi di profughi pakistani.
"Non è un fenomeno nuovo o recente, e non riguarda solo Siena - è la premessa del prefetto - ma anche altre province toscane e in tutta Italia".
Non c’è allarme per i 60 richiedenti asilo arrivati dal Pakistan?
"I numeri degli arrivi sono rimasti costanti nel tempo, nel periodo del Covid sono stati inferiori a causa delle limitazioni ai movimenti. Ma il fenomeno dei richiedenti asilo non è un’emergenza di ordine pubblico: vengono sistemati in base ai posti che abbiamo nei centri di accoglienza straordinaria".
Avete fatto un monitoraggio dei posti a disposizione?
"La ricognizione è giornaliera. Ed è importante il lavoro della Caritas e della Corte dei Miracoli per l’assistenza ai richiedenti asilo, sotto il profilo sociale e anche dell’igiene. In ambito di comitato abbiamo esaminato le maggiori presenze in estate, ma al momento non sono state evidenziate situazioni da attenzionare per l’ordine e la sicurezza pubblici. Il fenomeno va affrontato sotto altri profili".
Quali?
"Abbiamo accolto nei Cas, in tutto il territorio provinciale, non solo a Siena, ucraini, afghani, pakistani, tutti i profughi che presentano la domanda di asilo. In provincia ci sono 76 centri di accoglienza straordinaria, sono 880 al momento i richiedenti asilo, ucraini compresi".
Qual è il suo giudizio sulle proteste dei cittadini e delle mail di minacce?
"Se arrivassero proteste di un certo tipo, ognuno ne risponderà e si assumerà le sue responsabilità. Noi continueremo a fare, in maniera coordinata e sinergica, quello che stiamo facendo. Per il Comune di Siena erano presenti gli assessori Biondi Santi e Appolloni, che implementeranno l’attività di mediatori culturali per spiegare ai richiedenti asilo cosa bisogna fare per evitare comportamenti non corretti. Ma dal punto di vista penale e delle eventuali minacce alla sicurezza, non sono stati commessi reati".
E’ un invito a riportare il problema nell’ambito sociale?
"Comprendo le persone che assistono a comportamenti poco consoni all’educazione e al decoro, dobbiamo tutti impegnarci per evitare che ciò accada. Non voglio dire che, se non ci sono problemi di ordine pubblico, la questione va ignorata. Ma dobbiamo affrontarla sotto altri profili. Vedremo l’effetto dell’ordinanza del Comune: i richiedenti asilo debbono essere accompagnati nella conoscenza dei comportamenti da evitare. E devono avere spazi e servizi igienici a disposizione".
Si parlava di un’inchiesta sugli arrivi dei pakistani...
"Se c’è qualcosa su cui indagare, più si evidenzia, più gli eventuali responsabili si nascondono. Lasciamo fare alle forze di polizia il loro lavoro, se c’è qualcosa me lo diranno".