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Profumo-Viola, assoluzione definitiva per gli ex vertici Monte dei Paschi

"Ne ero certo", il commento dell’allora presidente Mps. I difensori: "Riparato l’errore della sentenza di primo grado"

Alessandro Profumo (a sinistra) e Fabrizio Viola non hanno commesso alcun reato di aggiotaggio, né di false comunicazioni sociali relativamente alla prima semestrale 2015

Alessandro Profumo (a sinistra) e Fabrizio Viola non hanno commesso alcun reato di aggiotaggio, né di false comunicazioni sociali relativamente alla prima semestrale 2015

di Laura ValdesiSIENAE’ diventata definitiva l’assoluzione di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente ed amministratore delegato del Monte dei Paschi dalle accuse di aggiotaggio e false comunicazioni sociali relative alla prima semestrale del 2015 della banca senese. La V sezione della Corte di Cassazione ha infatti rigettato ieri i ricorsi presentati dalla procura generale di Milano e dalla parte civile Blue Bell contro la sentenza di assoluzione della Corte di appello di Milano dell’11 dicembre 2023. "Sono molto contento, ne ero certo", ha commentato Profumo a Radiocor la decisione dei giudici. Che chiude la grande ’partita’ dei derivati Mps, l’inchiesta che per anni ha monopolizzato la narrazione della crisi della banca più antica del mondo. "Siamo molto soddisfatti. La sentenza di primo grado era ingiusta e l’errore è stato riparato. L’assoluzione restituisce giustizia", ha affermato l’avvocato Roberto Borgogno insieme al professor Franco Coppi che hanno difeso con i colleghi Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli gli ex vertici di Rocca Salimbeni nel processo arrivato alla sentenza definitiva di assoluzione. Ieri avevano chiesto il rigetto di entrambi i ricorsi – procura generale di Milano e Blue Bell – perché "manifestamente inammissibili".

Era stato già stato, in verità, il procuratore generale della Cassazione, in mattinata, a sposare un orientamento diverso da quello della procura generale di Milano che aveva, come detto, presentato ricorso contro l’assoluzione dei due imputati, sostenendo che nel pronunciamento impugnato non c’era alcuna "contradditorietà" rispetto alla contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria nei bilanci della banca. Secondo quanto riferito da Radiocor, a giudizio delle difese non sarebbe stato questo il ’cuore’ del processo. Piuttosto nella prima semestrale 2015, al bilancio in cui i derivati Santorini e Alexandria vengono contabilizzati ’a saldi aperti’ viene aggiunta una nota nella quale si informa il mercato della possibile diversa contabilizzazione, tra l’altro in un "costante coordinamento" con le autorità di vigilanza. Quindi sia al mercato, sia a queste ultime è stata data un’informazione corretta e completa della situazione finanziaria di Rocca Salimbeni.

In primo grado, il 15 ottobre 2020, Profumo e Viola erano stati condannati entrambi a sei anni e alla multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. I giudici non tennero conto della richiesta della procura di Milano, dei tre pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Giordano Baggio, che chiedevano l’archiviazione per i tre imputati, perché non ci sarebbero state irregolarità nel contabilizzare i famigerati derivati Alexandria e Santorini. L’11 dicembre 2023 il pronunciamento di appello: "Il fatto non sussiste". Che aveva messo una pietra tombale sull’ultimo spezzone della vicenda lasciando aperto solo lo spiraglio di un’eventuale annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado da parte della Cassazione che invece non c’è stato.