Il prezioso piviale (la cappa per le più importanti celebrazioni liturgiche), una sorta di affresco su lino, ricamato con filo d’argento cromato e sete policrome, capolavoro d’arte tessile inglese del ‘300 donato da Papa Pio II alla Cattedrale di Pienza, che dialoga con il velluto lavorato dal giovane artista Leonardo Meoni, ugualmente esposto nella sale di Palazzo Borgia. E’ stata carica di suggestioni la tappa pientina del progetto ’Vìs-a-vìs’ con cui la Fondazione Musei Senesi mette a confronto il passato e il presente attraverso opere contemporanee accostate alle collezioni museali. A Pienza il trentenne fiorentino Meoni ha giocato su un’ulteriore opportunità, esponendo una doppia installazione, sempre di grandi dimensioni, nel geometrico chiostro di Palazzo Piccolomini. L’allievo di Brera ha così ’ricucito’ lo spazio tra i due palazzi, affacciati sul Piazza Pio II, lavorando il velluto "senza levare o aggiungere nulla – ha spiegato – ma solo spostando le fibre, per far affiorare immagini e scritte rimaste nel tempo e riprese dagli affreschi". Curiosa, per un giovanissimo artista, la sollecitazione rivolta al pubblico presente all’inaugurazione e cioè, nella visita dei centri storici, a "cercare di cambiare il punto di vista, di scoprire ciò che normalmente non si vede, non è palesato, conosciuto". Insomma, l’opposto del turismo fatto per i selfie.
Diego Mancuso