"Promuoviamo la cultura del rispetto. Condanna verso ogni discriminazione"

Un messaggio che in 25 righe dà la linea. E pone la questione del "consenso"

"Promuoviamo la cultura del rispetto. Condanna verso ogni discriminazione"

Un messaggio che in 25 righe dà la linea. E pone la questione del "consenso"

Venticinque righe firmate dal rettore Roberto Di Pietra che hanno il compito di far riflettere, non tanto di denunciare. Di affrontare qualcosa che purtroppo accade nella vita di tutti i giorni, in ogni parte del mondo. E può avvenire anche fra chi frequenta l’antico Studium ed usufruisce dei suoi servizi. Una mail che pone, sul tavolo della comunità intera di Ateneo, un tema di fronte al quale non solo non si devono chiudere gli occhi ma che, anzi, ha necessità di una presa di coscienza ancora più forte e di efficaci antidoti culturali.

La mail del rettore accenna, come detto, ad un "grave episodio di violenza sessuale". Non una riga in più, né una parola che sveli fatti già oggetto di un processo che si svolge a porte chiuse davanti al collegio di cui c’è stata un sola udienza, dopo il rinvio a giudizio avvenuto prima dell’estate. Fatti, che risalgono ormai a diverso tempo fa visto che in aula siamo in fase di dibattimento, e che sarebbero avvenuti in un residenza universitaria.

Senza entrare nel merito, non è certo questo il senso della mail, si osserva però "che questi fatti non rappresentano solo una profonda ferita nella vita delle vittime ma lo sono anche per tutta la nostra comunità accademica ed è importante offrire la nostra solidarietà e ribadire la nostra ferma condanna verso ogni forma di discriminazione e di violenza nel rispetto dei valori di dignità e libertà su cui si fondano il nostro Statuto e il nostro Codice etico". Prosegue Di Pietra: "Come istituzione che ha come obiettivo quello di favorire la crescita e lo sviluppo delle giovani generazioni dobbiamo continuare a impegnare le nostre competenze e le nostre forze per la promozione di una cultura del rispetto delle identità di genere e della parità dei diritti". Chiude con un passaggio importante nel quale si sottolinea "che la lotta alla violenza di genere si fonda sulla necessità di riconoscere il valore fondamentale dell’autonomia e del consenso per ciascuna persona e che nessuna circostanza può mai giustificare il venir meno del rispetto di questi valori fondamentali. Per questo continueremo a lavorare contando sul supporto e sulla collaborazione di ogni componente della nostra comunità". La speranza è che queste parole ora mettano radici e, lentamente, diano frutti.

La.Valde.