Protesta sull’Autosole: "Da domani i trattori al casello Valdichiana"

L’annuncio della nuova sigla Riscatto agricolo: "Rallenteremo il traffico". La protesta è programmata per cinque giorni. "Dignità per gli agricoltori".

Protesta sull’Autosole: "Da domani i trattori al casello Valdichiana"

Protesta sull’Autosole: "Da domani i trattori al casello Valdichiana"

Una carovana di trattori e camion che bloccherà la A1 per cinque giorni, da domani fino a domenica 4 febbraio con l’obiettivo di essere ricevuti a Roma il martedì della settimana successiva. L’obiettivo? "Ridare dignità alla figura dell’agricoltore".

È l’iniziativa di Riscatto Agricolo, la rete nata soltanto tre settimane fa ma che ha già organizzato un’ampia mobilitazione di agricoltori in cinque regioni del paese: Sardegna, Lombardia, Lazio, Umbria e Toscana dove una manifestazione è annunciata al casello autostradale Valdichiana.

"Faremo un carosello all’altezza del casello autostradale A1, Valdichiana, bloccheremo e rallenteremo il traffico sull’Autosole creando i disagi necessari per far sentire la nostra volta ma senza turbare i servizi essenziali – afferma Fais – saremo sulla strada giorno e notte, il nostro obiettivo è essere ricevuti a Roma martedì prossimo a meno che qualcuno ci convochi già prima". L’azione nasce sulla scia di quello che è successo nelle settimane scorse in Europa, tra Francia e Germania, "è la prima volta che a livello europeo combattiamo per lo stesso obiettivo: sotto il Green Deal, si cela un estremismo ambientalista a discapito della produzione agricola e dei consumatori", continua Fais.

I punti che si leggono nel manifesto di Riscatto agricolo che sta girando in questi giorni su WhatsApp sono in totale dieci: si va dalla richiesta di vietare le importazioni di prodotti agricoli provenienti da paesi dove non sono in vigore gli stessi regolamenti produttivi e sanitari comunitari fino alla detassazione in agricoltura passando per l’agevolazione del carburante agricolo e la richiesta ultima di regolamentare in maniera stringente l’ingresso dei cibi sintetici. E poi il contenimento della fauna selvatica, la riqualificazione della figura dell’agricoltore e l’abolizione immediata di vincoli e incentivi per non coltivare i terreni: "Lo facciamo perché ci sentiamo abbandonati delle associazioni di categoria che hanno smesso di tutelarci: anziché fare gli interessi degli agricoltori hanno iniziato a comportarsi come sindacati", dice Fais.

Luca Amodio