di Michela Berti
SIENA
"Ho studiato filosofia perché mi sono sempre fatta tante domande. Ho trovato risposte? Anche, ma soprattutto strumenti per leggere la realtà e la sua complessità. A volte guardarla con una certa distanza aiuta a non farsi travolgere".
Agnese Carletti, sindaca di San Casciano dei Bagni, oggi si insedia in Provincia.
Ha fatto una tesi sull’etica. Etica-politica- amministrazione, come si coniugano queste parole?
"Teoricamente sono la faccia della stessa medaglia perché fare politica significa mettersi a disposizione dei cittadini, della comunità. Lo si dovrebbe fare con integrità morale per prendere scelte più giuste per tutte. Anche nelle discussioni più delicate per le scelte da fare, se uno tiene sempre a mente che l’obiettivo delle decisioni è il bene dei cittadini e del territorio, mai il bene personale, allora sceglie bene e i cittadini apprezzano. I cittadini se ne accorgono se lavori per loro o fai altri interessi e devono vigilare su questo. Penso che etica e morale siano importanti".
E la scelta più difficile che ha fatto in questi anni?
"Non ci sono state scelte più difficili. E’ stato tutto molto naturale, non mi viene una particolarmente sofferta se non quelle legate al periodo del Covid".
Nel suo comune sta giocando una grande partita legata al ritrovamento dei Bronzi. Il più grande deposito di statue in bronzo. Cosa si aspetta?
"Ecco, quel progetto è frutto di scelte, sembra che siamo stati fortunati ma i bronzi non sono arrivati per caso. Il progetto è quello di aprire un museo a San Casciano, pronto per accogliere i bronzi quando rientreranno in Toscana. Vogliamo costruirci intorno qualcosa di sostenibile, ci saranno ricadute importanti per la mia comunità".
Dunque, sindaca di un comune come San Casciano, era in una sorta di comfort zone, ma chi gliel’ha fatto di accettare la sfida per la presidenza della Provincia?
(La Carletti ride...)
"Bella domanda! Si in effetti me lo sono chiesta anch’io. Lei ha tradotto bene quello che ho vissuto. Ormai San Casciano era una comfort zone, non perché sia facile ma perché ho chiari obiettivi, confini e interlocutori. La Provincia è una sfida ben più grande. Una popolazione con tanti sindaci e visioni diverse che hanno bisogno di trovare una sindaci, a partire dal centrosinistra. Però penso che sia una bella sfida, fare politica è acquisire competenze e una visione che deve essere messa a disposizione di un ambiente più grande. Insomma una bella sfida ma anche una grande opportunità".
Doppia sfida, visto anche che lei è la prima donna presidente della Provincia di Siena.
"Non sono una che parla di donne. Se ne deve parlare meno e nel modo giusto. Questo mio incarico non è un obiettivo raggiunto, ma è un’occasione per far capire che le donne, che fanno sempre più fatica a ricoprire certi ruoli, possono portare un modo di fare utile a tutti. Insomma, forse c’è bisogno di più donne in questa società".
Senta, ma che ha da dire sul suo partito, il Pd?
"E’ un partito nella dialettica, talvolta anche aspra, ma diversamente sarebbe appiattito. La discussione è fondamentale e anche nel percorso che mi ha portato ad essere candidata, ha dimostrato che sa arrivare a una sintesi. Le correnti esistono ma poi alla fine si riesce a fare la scelta migliore".
A Siena capoluogo non è così. Pensa che la vittoria del centrodestra sia frutto di meriti degli avversari o demeriti del suo partito?
"Il Pd di Siena ha una classe dirigente importante e valida e molte carte da giocare. Alla fine riesce ad arrivare a una sintesi per mantenere una visione chiara e anche l’equilibrio".
Ma i fatti dicono che la sintesi su Siena non c’è stata...
"Nelle partite del capoluogo serve più unità. Le elezioni politiche hanno dimostrato che a Siena esiste un popolo di centrosinistra al quale, però, va data una proposta seria e soprattutto unitaria".
Torniamo alla Provincia. Tra le competenze c’è quella delle strade. Una bella patata bollente visto l’isolamento in termini di collegamenti che penalizza il capoluogo e in generale tutto il territorio?
"Esatto,c’è il tema infrastrutture e collegamento che è particolarmente debole. Ragioniamo con Ministero e Regione perché sono loro i nostri principali interlocutori. Stiamo cercando di farci ascoltare e spero di portare a casa opere anche semplici che permettano però alle persone di gestire al meglio la quotidianità degli spostamenti. Raggiungere Siena dalla provincia e non solo per fare in modo che i giovani possano studiare a Siena, che i professionisti possano lavorare. Certo, se il Governo pensa al ponte sullo stretto di Messina e taglia i fondi a tutto il resto, allora diventa complicato".