Provincia troppo anziana 109 attivi, 100 pensionati

Il secondo dato peggiore in Toscana, colpa del calo demografico accentuato. A Massa pesa la crisi economica, a Siena invece il crollo della natalità.

Sono sempre più urgenti le politiche per la natalità, non solo in provincia di Siena ma in tutta Italia. E anche ammesso che si riesca a partorirle (è la parola giusta) in fretta e in maniera efficace, serviranno anni perché abbiano effetto. L’ultima graduatoria, pubblicata dal Sole 24 ore, fotografa un Paese invecchiato, nel quale la previdenza e il peso delle pensioni gravano sul bilancio pubblico sempre di più. E i contributi versati da chi lavora, stando all’inchiesta del Sole, servono per pagare gli assegni di chi è in pensione.

E’ cruciale avere un esercito di occupati ampio, per finanziare il più possibile la spesa pensionistica, che nella parte non coperta dai contributi, è a carico della fiscalità generale, quindi genera deficit e fa lievitare il debito pubblico. Per migliorare il quadro economico, tra uscite e entrate, è stato utile anche la crescita del Pil in Italia e l’aumento degli occupati.

Ma la classifica dell’Inps sul rapporto nelle province italiane tra occupati e pensionati, evidenzia che la media nazionale è pari a 111 occupati ogni 100 pensionati. E ci sono ben 39 province in cui gli occupati sono meno dei pensionati. Le cinque province della Calabria occupano i primi sette posti della graduatoria, con Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone ai primi tre posti, con lavoratori ogni 100 pensionati. Le province autonome di Bolzano e Trento sono all’ultimo e al terzultimo posto, con 162 attivi ogni 100 pensioni a Bolzano. Penultima è Prato, ovviamente la migliore in Toscana, con 148 attivi.

Il dato di Siena è preoccupante per diverse ragioni. Non consola il fatto che la provincia sia a metà classifica e il saldo è positivo. Nel senso che ci sono 109 lavoratori attivi ogni 100 pensionati. Ma è un numero più basso della media italiana, 111 attivi, e soprattutto è il secondo dato provinciale peggiore in Toscana. Prova, più che di una crisi occupazionale o economica, di un calo demografico che non ha raffronti nella regione. Solo Massa Carrara sta peggio, con 100 lavoratori e 100 pensionati. Arezzo e Livorno sono a 113, Grosseto a 114, Pistoia a 115, Lucca a 118, Pisa a 121, Firenze a 130. Poi c’è Prato, seconda provincia migliore d’Italia.