LAURA VALDESI
Cronaca

Siena, pugno alla moglie in strada: “Sono musulmano, lei è roba mia”

La storia in tribunale: un anno e 4 mesi con rito abbreviato. Pena sospesa

I carabinieri sono intervenuti e hanno accertato che c’erano stati maltrattamenti nei confronti della moglie (foto archivio)

I carabinieri sono intervenuti e hanno accertato che c’erano stati maltrattamenti nei confronti della moglie (foto archivio)

Siena, 6 marzo 2025 – L’episodio aveva destato scalpore in un paese della Valdichiana. Era fine luglio e un uomo, in palese stato di ubriachezza, raggiunse la moglie per strada. Lei andava a lavoro, lui l’aveva offesa dandole della poco di buono. Alterato, era riuscito a bloccarla prendendola per un braccio, arrivando al punto di sferrarle un pugno in piena faccia. Non bastava. Erano volati ancora schiaffi, quindi un pugno ad un fianco, finché alcuni passanti non erano intervenuti per togliere la vittima di quelle botte dalle mani dell’aggressore. Aveva gridato frasi senza senso, fra queste anche una che aveva colpito molto. “Sono musulmano – le sue parole – , è roba mia e ne faccio ciò che voglio. I denti gliel’ho pagati io”.

Era stata solo la punta dell’iceberg di una serie di maltrattamenti che i carabinieri avevano ricostruito, coordinati dalla procura. Era scattato il divieto di avvicinamento alla famiglia, l’uomo aveva iniziato un percorso per liberarsi dall’alcol e anche psicologico. Quando era in stato di ebbrezza non si rendeva conto di quando superava il limite. Maledendo la famiglia di origine della moglie, per non parlare della gelosia nei suoi confronti che lo annebbiava. Non gli andava bene come si vestiva, figuriamoci che avesse un posto di lavoro.

Dove una volta l’aveva raggiunta, anche in quella circostanza ubriaco, costringendola alla fine a cambiare attività. Diversi gli episodi contestati allo straniero, che da tempo vive in Valdichiana. Difeso dall’avvocato Marco De Bernardi, ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato. Il pm voleva la condanna a 2 anni e due mesi, opponendosi alla revoca della misura cautelare che è invece stata concessa: stop al braccialetto elettronico e al divieto di avvicinamento alla famiglia. Un anno e 4 mesi, pena sospesa: è finita così.