ANGELA GORELLINI
Cronaca

Qualivita, cultura del gusto. Balestracci e il cibo di Siena: "La tradizione? Non esiste"

Appuntamento oggi alle 18 nella sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala. Domande e curiosità: "In quanti sanno che i pici non hanno origini senesi?".

Duccio Balestracci oggi pomeriggio alle 18 nella sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala

Duccio Balestracci oggi pomeriggio alle 18 nella sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala

Si fa presto a dire ‘Il Cibo di Siena’. Queste quattro parole "significano tutto e niente". Perché nascondono, in realtà, un mondo tutto da scoprire. Un mondo fatto di trasformazioni e credenze, di contaminazioni, di memoria. Un mondo che sarà lo storico senese Duccio Balestracci oggi pomeriggio, alle 18, nella sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala a sviscerare. Il professore parlerà proprio del rapporto tra comunità e cibo, tra storia del territorio ed eccellenze agroalimentari. In un talk che rientra tra gli appuntamenti del ‘Qualivita Festival-La cultura del gusto, il gusto della cultura’, l’evento organizzato in occasione del 25° anniversario della Fondazione Qualivita. "In quanti sanno che i pici non hanno origini senesi? La prima volta che li ho assaggiati avevo 30 anni…": usa un semplice esempio, Balestracci, per entrare nel vivo del tema. "Con il mio discorso proverò a far capire come la Siena di oggi si sia creata un immaginario identificativo con il cibo del suo territorio – spiega il professore –. Non si può pensare che il cibo di oggi sia lo stesso di 150 anni fa. E’ cambiato il paesaggio, sono cambiate le tecniche di produzione, per quanto si produca poco, è cambiato il modo di cucinare: oggi non si usa mica più la fiamma viva. E’ quindi cambiato il sapore di cosa mangiamo. Si può parlare di cibo ‘memoriale’. Quando parliamo delle risorse locali di oggi dobbiamo essere coscienti che parliamo di qualcosa che si altalena tra il ricordo e l’attualità". "Sottolineo che è giusto e sacrosanto celebrare le nostre eccellenze e i piatti che mangiamo, come sta facendo Qualivita – aggiunge Balestracci –, come è giusto riscoprire la tradizione. Anche se non trovo adatto questo termine: la tradizione non esiste, è un’invenzione. Quello che mangiamo oggi è una mescita di cibi e gusti che arrivano da diverse parti. Un piatto che consideriamo tradizionale, come la pasta al pomodoro, è nato nell’800. Bisogna quindi pensare a un convergere di gusti: l’ananas sulla pizza può essere un accostamento gradevole o sgradevole a seconda dei gusti, ma non esistono canoni divini". Qualivita Festival proseguirà l’11 marzo, al teatro dei Rozzi con l’incontro ‘La cucina italiana’ alla presenza dello chef Massimo Bottura e del ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida (prenotazioni esaurite).

Angela Gorellini