DIEGO MANCUSO
Cronaca

Quando le pellicole cambiano la realtà

Il caso di ’La dolce villa’ ricorda certi stravolgimenti che hanno accompagnato le riprese de ’I Medici’.

Un momento delle riprese de ’I Medici’ sul set di Montepulciano, tra orgoglio per la scelta dell’ambientazione. e perplessità per le modifiche in produzione

Un momento delle riprese de ’I Medici’ sul set di Montepulciano, tra orgoglio per la scelta dell’ambientazione. e perplessità per le modifiche in produzione

Di essere tirati per la giacchetta nella storia del cinema, i Medici sicuramente non ne avrebbero voluto sapere (ignorando tra l’altro l’esistenza della ben più tarda invenzione dei fratelli Lumiere). E che il casato tornasse a rimbalzare nelle cronache, dopo oltre cinque secoli, per le influenze architettoniche su Montepulciano, sarebbe risultato ai loro occhi ancor più sgradito. Ma il diavolo si annida tra le spire delle pellicole e così l’elegante cittadina senese, sede della lavorazione della mega-fiction Rai dedicata alla famiglia Medici (2016), è finita nel tritacarne delle polemiche per interventi scenografici o in fase di post-produzione che avrebbero spersonalizzato i luoghi originali.

La questione ha ripreso vigore dopo che i coniugi pientini Cristiano Ciacci e Daniela Mosca hanno, con grande colpo d’occhio, avvistato nel film ‘La dolce villa’ i campanili di San Quirico ‘trapiantati’ su quelli di Pienza, accompagnata da interrogativi sul confine fino al quale si può spingere la creatività degli autori. "Pensiamo – afferma Lara Pieri, assessore alla cultura di Montepulciano – a ‘Sogno di una notte di mezza estate’, in cui diventiamo Monte Atena, o al premio Oscar ‘Il paziente inglese’ che mette insieme la nostra Cattedrale con i volti e gli angeli degli affreschi di Piero della Francesca, ad Arezzo. Talvolta è stata proprio la finzione a contribuire al successo del legame tra la nostra città e la settima arte".

"Anch’io ho sorriso – racconta Francesco Martini, presidente della Fabbriceria della Chiesa Cattedrale di Pienza –, contro certi collage senza senso si può fare poco. Sono altri i film capaci di richiamare un pubblico che apprezzi in pieno la nostra offerta (penso a ‘Romeo e Giulietta’ o a ‘Il gladiatore’) e sono contrario a forme protezionistiche dell’immagine che sanno un po’ di provincialismo. È nell’ambito della tutela dei beni artistici e culturali che dobbiamo operare per salvaguardare l’integrità del nostro patrimonio".

Diego Mancuso