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"Quei dieci punti vanno condivisi Il cerchio della politica va allargato"

Il giuslavorista Pascucci: "Non puntiamo al record di firme, spieghiamo i princìpi"

"Quei dieci punti vanno condivisi Il cerchio della politica va allargato"

"Non puntiamo al record, al milione di aderenti alla Carta di Urbino. Ci sono state oltre 870 sottoscrizioni, non solo di aziende ma anche di professionisti, studiosi, personaggi istituzionali. La Carta è un manifesto della sostenibilità delle risorse umane, punta al benessere organizzativo delle persone che lavorano e si articola in 10 punti che contengono i valori irrinunciabili per chiunque ricorra al lavoro altrui". Il professor Paolo Pascucci, docente di Diritto del Lavoro all’Università, è il padre della Carta di Urbino. Per questo è pronto a replicare a chi chiede che bisogno c’era di prevedere altre regole, con le leggi e le norme che ci sono sulla sicurezza.

"La Carta cerca di rendere chiari - afferma il professore - i principi che dovrebbero essere di tutti in materia di sicurezza del lavoro. Quei dieci punti sono il manifesto del lavoro sicuro e sostenibile, mirano a un pubblico più ampio rispetto ai tecnici e agli addetti delle imprese. Quei principi vanno condivisi, è una questione più complessa rispetto all’accettazione delle leggi. Puntiamo a rompere un circolo chiuso, discutere di queste cose fuori dalla politica o dai tecnici delle agenzie. Banfi non solo ha aderito alla Carta di Urbino - continua il giuslavorista - ma ha introiettato nella policy aziendale. L’hanno fatta propria, è un dato significativo di imprenditori avveduti e di qualità".