REDAZIONE SIENA

Quel manoscritto delle Memorie ondaiole di cinquecento anni fa

La Contrada dell'Onda a Siena celebra i suoi cento anni di storia con i verbali più antichi del 1524. Un manoscritto solenne che rivela dettagli sulla vita cittadina e militare dell'epoca.

Quel manoscritto delle Memorie ondaiole di cinquecento anni fa

Il tempo dei centenari continua. Ora è la volta della Contrada con i verbali più antichi della propria attività: l’Onda. Non è una novità che la Contrada conservi un solenne manoscritto con le proprie Memorie che iniziano nel 1524. L’originale è esposto nel Museo di via Duprè e la sua trascrizione integrale è da vent’anni in circolazione grazie alla collaborazione con l’Accademia degli Intronati. Il registro inizia con il primo agosto di quell’anno lontano e l’Onda organizzerà gli eventi opportuni per la onorare la ricorrenza e chiarire il contesto: ci ha abituato ai segni di vitalità, da 500 anni. E quel testo non è solo il più antico, ma anche quello in cui le cariche dell’Onda trovano puntuale corrispondenza negli elenchi ufficiali dei capitani e gonfalonieri delle ‘compagnie’ del Comune. La Contrada dell’Onda e la Compagnia di San Salvatore allora si dichiarano coincidenti senza alcun clamore e si può supporre che San Salvatore fosse già da tempo punto di riferimento per altre compagnie (Casato di sopra e di sotto) per le attività ludiche organizzate dal Comune. Né si può escludere che la ‘compagnia’ di San Salvatore avesse iniziato anche prima a conservare memoria delle proprie comparse. Ma la conservazione di questo registro vuol dire quanto meno che l’attività ludica era sentita come rilevante, nel proprio orizzonte ‘normale’, degna di una propria memoria. Non a caso, nel 1524, ebbe fine la tirannica egemonia dei Petrucci e la milizia cittadina fu organizzata per Terzi, prescindendo dalle compagnie come quella di San Salvatore. Vennero creati 27 colonnelli, 9 per Terzo della città, e ognuno di loro avrebbe avuto ai suoi ordini 20 cittadini del proprio Terzo. Non una riforma definitiva, ma intanto le compagnie perdevano ufficialmente la funzione militare. Continueranno ad avere Capitani e camerlenghi fino alla resa del 1555: le nomine sempre utili, a chi le fa e a chi le riceve.

Mario Ascheri