ROMANO FRANCARDELLI
Cronaca

Quella cantina vecchia di 1800 anni. Scoperta alla villa romana di Aiano

San Gimignano, riaffiorano le giare interrate per la conservazione del vino nei primi secoli dopo Cristo. Il sindaco Marrucci: "Reperti straordinari che troveranno degna collocazione nel Polo di Santa Chiara".

Gli scavi archeologici nella villa di Aiano, a San Gimignano, che hanno consentito di ritrovare antiche giare vecchie di 1800 anni per la conservazione del vino

Gli scavi archeologici nella villa di Aiano, a San Gimignano, che hanno consentito di ritrovare antiche giare vecchie di 1800 anni per la conservazione del vino

Ancora nuove scoperte fra le zolle della villa romana di Aiano del IV e VII secolo d.C. nel piano dei Fosci di San Gimignano. Questa volta durante la 17esima campagna di scavi, ricominciata da pochi giorni, sono ritornate alla luce oltre trenta ’dolia defossa’, le cosidette giare interrate per la conservazione del vino oltre 1800 anni fa, dentro il vecchio campo dove è stata trovata la villa romana su un’area ipotizzata di diecimila metri quadrati.

Un lavoro certosino cominciato dal 2005 dall’Université Catholique de Louvain (Belgio) in collaborazione con l’amministrazione comunale con la direzione scientifica del professor Marco Cavalieri, ordinario di Archeologia romana e Antichità italiche all’ateneo belga.

Come sono state scoperte le giare? "Coordinando – è la risposta del professor Cavalieri – una ventina di studenti ricercatori belgi e italiani, che hanno di fatto rimesso in luce la cella vinaria della villa, ambiente dove si produceva e conservava il vino, fonte prima d’esistenza della villa. Infatti all’interno di un’ampia sala di circa 30 metri, scandita da sei pilastri assiali che delimitano due navate della sala della villa, sono stati rinvenuti una trentina di ‘dolia defossa’".

"In base alla loro posizione e alle dimensioni della stanza – prosegue Cavalieri – è possibile supporre che in origine ne esistessero una cinquantina disposti su quattro file, dato che fa intendere una produzione non solo per consumo locale. La presenza del torchio è stata ipotizzata sulla base delle tracce ancora visibili. Analisi chimiche effettuate su campioni prelevati all’interno dei doli hanno consentito di confermare che i recipienti erano rivestiti all’interno di resina di pino e pece, sostanze usate nella produzione antica del vino".

"Finalmente quanto emerso dagli scavi e dagli studi – spiega soddisfatto il sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci – troverà una degna collocazione nel nuovo Polo Museale di Santa Chiara, arricchendo in modo significativo la nostra sezione archeologica, così come, pensando alla futura valorizzazione, fruizione e promozione del sito, è importante l’attivazione dell’Art Bonus per la villa di Aiano, la cui proposta progettuale è consultabile sul sito dedicato del Ministero della Cultura. Si apre così un nuovo capitolo degli studi alla villa d’Aiano".