"Un giorno vado da Avio Quercioli, aveva un centro bici in viale Toselli, e lo porto a Vagliagli, per fare andata e ritorno nel percorso per Pianella. ’Secondo te è possibile fare ciclismo sulle nostre strade bianche?’. È nato tutto lì, tra Vagliagli e Pianella". Giancarlo Brocci sabato era sul tracciato a godersi lo spettacolo di migliaia di persone e di un fuoriclasse come Pogacar. Non è mai ridondante ricordare che tutto è nato dal suo genio visionario, allora capito da pochi, irriso da molti e anche successivamente non da tutti compreso.
Certo, oggi Strade Bianche viaggia sulle ali di una corazzata come Rcs sport, capace di trascinarla insieme alla passione della gente al rango di sesta Monumento. "E io sono appagato – commenta Brocci – di aver creato questo fenomeno in un territorio dove gli appassionati di bici si contavano su due mani. Ora Siena è l’ombelico del mondo, per le due ruote".
Qualche numero? "Io conto in 25mila i partecipanti all’Eroica, con le filiazioni Montalcino e Buonconvento, Strade Bianche e Tuscany Trail. Questo significa che i ciclisti qui ci sono tutto l’anno". L’hanno capita tutti, la portata di questo fenomeno? "Gli imprenditori, i ristoratori, gli albergatori sì, lo toccano con mano. Altri ho dei dubbi, eppure è evidente che Siena sia considerata mèta di destinazione turistica dagli amanti delle due ruote di tutto il mondo".