di Laura Valdesi
Sdegno. Rabbia. Incredulità. Per l’ennesimo sfregio alla matriarca della Val d’Orcia che, forse solo per la pronta segnalazione di un passante, non ha rischiato danni irreversibili. E’ grazie infatti alla telefonata ai vigili del fuoco di un passante che le fiamme non si sono propagate ad una pianta secolare, la famosa Quercia delle Checche, prima ad essere dichiarata monumento verde d’Italia nel 2017, grazie al ministero dei Beni Culturali che ha concesso la tutela. A bruciare non è stato fortunatamente l’albero secolare, si stima che abbia fra i 350 e i 400 anni di vita con un perimetro del tronco di oltre 4,5 metri, altezza di 22 e altrettanti di ampiezza della chioma. Il fuoco ha interessato solo un enorme ramo che si era spezzato ormai diverso tempo fa e che è stato lasciato, insieme ad altri, a corredo della regina della Val d’Orcia. Si trovava sul lato verso il campo e non lungo la strada, per cui è difficile pensare che possa essere stata lanciata accidentalmente una cicca di sigaretta. Che potrebbe essere stata buttata magari da qualche turista che, godendosi la pace del luogo, non ha pensato alle conseguenze del suo gesto. L’inchiesta è solo alle prime battute. Se ne occupano i carabinieri forestali, quanto ai pompieri del distaccamento di Montepulciano che sono intervenuti sul posto con due automezzi e cinque uomini, hanno fatto una segnalazione all’autorità giudiziaria contro ignoti. L’intervento è durato circa due ore per essere certi che la Quercia delle Checche non corresse pericoli dopo che già nel 2014 erano iniziati i guai per questa pianta dove andavano un tempo a festeggiare la trebbiatura, salvata dal marchese Origo quando costruivano un tratto della Ferrovia Firenze-Roma attingendo al patrimonio boschivo per realizzare le traversine. "Mi sono recato sul posto per verificare", spiega Giampietro Colombini, vice sindaco di Pienza, Comune a cui è passata nel 2017 la proprietà del monumento verde. "Per prima cosa emetteremo un’ordinanza che vieta di fumare nell’area della Quercia delle Checche – prosegue –, tantomeno si potranno accendere fuochi. Ci dispiacerebbe essere costretti a chiuderla in quanto, da sempre, ha una sua socialità. Ma le persone che si avvicinano devono essere responsabili. Non intendiamo farla diventare un monumento che si vede solo da lontano". Prende anche corpo l’idea di installare un paio di telecamere. "Al riguardo ogni scelta sarà presa insieme alla Soprintendenza avendone la gestione congiunta in quanto appunto patrimonio monumentale", sottolinea Colombini. Che annuncia la possibilità di valutare l’adozione da parte della Società italiana di arboricoltura, di cui fanno parte come volontari esperti di altissimo livello, che andrà ad affiancarsi alle cure già portate dalla ditta Margheriti. "Andrà infine compiuta entro l’anno una nuova valutazione delle strutture di sostegno che sono presenti per mantenere – conclude Colombini – autonomia e vitalità della pianta e delle sue branche".
L’indagine intanto muove i primi passi. Non convince l’ipotesi della cicca di sigaretta viste le dimensioni del tronco. Difficilmente avrebbe potuto incendiarlo. Non si esclude dunque la pista dei vandali, proprio come avvenne nel 2014 quando la matriarca venne ’scalata’ e danneggiata.