DIANDREA FALCIANI
Cronaca

Raffaelli, un archivio vivente Racconta Montalcino a 95 anni

L’ex sindaco illustra la grande civiltà che ha caratterizzato questa terra "Dalla pipa realizzata per il presidente Pertini all’elettricità già nel 1902"

di Andrea Falciani

Novantacinque anni e ancora tanta voglia di leggere, sapere, scoprire e scrivere per far conoscere. Questo è lo spirito che anima Ilio Raffaelli, sindaco di Montalcino dal 1960 al 1980, e da sempre cultore delle tradizioni e delle vicende che hanno nel tempo caratterizzato la vita e lo sviluppo della città del Brunello. Ilio ha pubblicato il suo ventunesimo libro e già sta lavorando al prossimo. Il titolo è tutto un programma ‘Montalcino storia di tutto e di tutti, profilo dall’età del ferro ai nostri giorni’. Perché questo titolo che indica un percorso lunghissimo? "Perché dalle sue origini Montalcino è stata una terra di primati. In questa millenaria storia ho voluto fare una sintesi delle situazioni che su questo piccolo colle hanno caratterizzato la nostra civiltà. Lasciando da una parte le storie di assedi e lotte, basti pensare ai personaggi che hanno visitato il territorio, da Boccaccio nel 1136, a Vittorio Emanuele III, a esponenti di spicco della politica, dello spettacolo e dell’economia. Pensa che una delle pipe che fumava il Presidente Pertini gli fu regalata dalla signora Francesca Colombini (produttrice di Brunello) e costruita in radica dal montalcinese Guido Parri. Già nel 1902 a Montalcino c’era la corrente elettrica prodotta da un privato mentre tante oggi grandi e famose città erano a lume di candela. Per non parlare poi dell’ospedale e di tante altre situazioni che si trovano nel libro". Cosa l’ha spinta a scrivere così tanti libri? "Ho sempre letto tanto e scrivere mi appassiona. Ho il desiderio di far conoscere il nostro territorio, di come si viveva in epoche di povertà e di come siamo arrivati all’economia fiorente di oggi". Ha lavorato da giovanissimo nel bosco. "Durante la stagione di lavoro al bosco, quando si viveva nelle capanne dei carbonai, alla domenica avevo sempre il settimanale ‘La domenica del corriere’ e mi tenevo aggiornato. Il mio cruccio è stato quello di non aver potuto studiare bene. La mia mamma prendeva i libri alla biblioteca che aveva una signora in via Cialdini ed io leggevo sempre. Sono sempre stato fedele al motto “conosci il tuo paese poi parla del mondo”. Come puoi parlare delle Maldive se non conosci neppure quello che hai a pochi metri da casa? Sto lavorando ad un prossimo libro che come gli altri sia la testimonianza di fatti e persone che molti non conoscono. Lo faccio con la speranza che a tutti rimangano la memoria e la volontà di leggere come io ho anche ora a 95 anni". Ilio è un vero archivio vivente e grazie anche ai suoi libri la memoria storica di Montalcino può dirsi salva.