Ragazzi del ’53 Applausi e lacrime per i 70 anni

I Ragazzi del '53 tornano in scena con "70 mi da tanto", una commedia musicale che celebra la loro filosofia vitale: il tempo va usato per lasciare tracce di bellezza e coerenza. 10mila euro raccolti per l'Associazione Le Bollicine.

Il miracolo si è ripetuto: tre sere di teatro esaurito, 10mila euro, la metà donate dagli stessi protagonisti più un sostanzioso sponsor, destinate all’Associazione Le Bollicine, ma soprattutto l’entusiasmo di un tempo, motore di questi irraggiungibili Ragazzi del 53. In scena ’70 mi da tanto’: per loro vince questa volta la metafora del tempo, con alcuni amici che se ne sono andati ed altri che sono arrivati. Proprio come i giorni che passano. L’importante è rendere significativi sia gli amici che i giorni.

Questo allestimento è una sorta di teatro dentro il teatro: si recuperano antichi spezzoni, ci si confronta con questo presente, si gioca a fare gli attori guardando la commedia dall’esterno. Una telecamera che inquadra il quotidiano, anche impietosamente, ma con l’entusiasmo di sempre. Questi terribili Ragazzi, accettano anche la sfida del ritorno in scena dopo alcuni anni, intanto si registra che il pubblico è sempre lì, non è mai uscito da quel teatro. Era pronto ad applaudirli di nuovo. Questa è la loro prima ricchezza. Il passare degli anni risveglia nei cuori l’urlo di voler esserci.

Due ore di pura nostalgia, ma senza nessuna retorica: non è nella loro originale filosofia vitale. Forse proprio adesso, in una commedia musicale che si guarda indietro, possono meglio comprendere l’intuizione che scaturì in quel primo giorno del 1993: che proprio il tempo va adoperato per lasciare segni, tracce, bellezza. Il successo non sta nella risata ma nella coerenza. E la loro grande lezione è proprio questa: in ’70 mi da tanto’ ci sono, dal punto di vista narrativo, finestre sul passato che potrebbero appartenere al presente per coerenza. La Medaglia di Civica Riconoscenza è il testimone migliore di questo eterno presente che caratterizza la filosofia vitale dei Ragazzi del ’53. Non citiamo mai nessuno in una coralità che fa esempio, ma come non ricordare chi è volato nelle stelle: Gianfranco Camiolo, Massimo Biancucci, Alessandro Federici, Emilio Betti, Aldo Pinzi, Riccardo Guardabasso, Giancarlo Belci, Fabrizio Martelli, Guido Guerrini, Vittorio Zanotti e Riccardo Pini.

Massimo Biliorsi